La Gazzetta dello Sport pubblica un’intervista molto interessante a Samuele Dalla Bona, ex centrocampista del Napoli (ma anche del Chelsea), dall’inequivocabile titolo: “Io pulito e a spasso L’Italia fa schifo: gioca chi si vende”. Ci sono alcuni passaggi che vale la pena riportare.
«Qui in Italia mi è capitato di andare in ritiro a metà settimana per Napoli-Genoa e Atalanta-Portogruaro. Se perdi una partita, scattano le contestazioni, le punizioni. E io mi sono sempre ribellato. Sono cresciuto in un Paese nel quale per Chelsea-Manchester United il ritiro cominciava 4 ore prima della partita. Terry non si è mai fatto mancare nulla, anche negli eccessi, eppure è stato capitano della nazionale e del Chelsea. In Italia pensano di avere a che fare con dei bambini. Mourinho è un grande, aveva capito tutto».
«C’è troppa ipocrisia: se fai tardi la sera o rilasci interviste non autorizzate ti multano. Se vendi le partite, ti perdonano subito».
«Farina, che ha denunciato, ha dovuto smettere e per lavorare è andato in Inghilterra. Quindi uno si chiede: perché essere onesti se a far carriera sono sempre i più furbi?»
Infine, l’ultima domanda. Poi ci sono partite in cui «meglio due feriti di un morto», come dice Buffon.
«Mentalità tutta italiana. Con il Chelsea andai a giocare in casa del Manchester City già retrocesso, c’era lo stadio pieno e festante e il City ci fece sudare. Un’altra volta Robbie Fowler del Liverpool simulò un fallo da rigore: venne fischiato e insultato dai suoi stessi tifosi. Non so se in dieci anni l’Inghilterra sia cambiata, ma se è come la ricordo io uno come Masiello là non troverebbe più una squadra. Da noi, invece, chi ha sbagliato ha una seconda possibilità mentre quelli che non hanno mai sbagliato e sono senza lavoro passano da coglioni. E poi ci lamentiamo se all’estero ci prendono a schiaffi…».
Poi c’è anche altro nell’intervista. Queste dichiarazioni basterebbero per aprire un dibattito “caldo”. Il condizionale è d’obbligo.