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Da De Laurentiis le parole che aspettavamo su Benitez (e ha ragione sugli ultras)

Lo avevamo auspicato. Invocato. E stavolta Aurelio De Laurentiis non ci ha fatto attendere. Probabilmente ha atteso l’occasione propizia, vale a dire il lancio del suo ultimo film, e ne ha approfittato per dire quel che ci aspettavamo da lui. E cioè che le voci su un eventuale addio di Benitez a fine anno «sono idiozie». Che non c’è alcun motivo per affrettarsi a dichiarare amore quantomeno duraturo, che il feeling con l’allenatore spagnolo è da sempre sicuro (per dirla alla Pino Daniele), sin dal primo incontro nella casa londinese del tecnico. De Laurentiis si è soffermato sul valore anche umano di Rafa. Ecco il video, dal minuto 3:20. E qui le sue parole: «Ho scelto Benitez per vincere e ora voglio la finale di Coppa Italia – ha aggiunto il presidente – Molti devono capire che non si riesce a vincere subito».

Ed è francamente la notizia più importante del giorno. Sin dal suo arrivo a Napoli, Benitez è stato accompagnato da scetticismo e critiche, soprattutto da parte di alcuni commentatori televisivi. Che, ovviamente, nei momenti più difficili – inevitabili per qualsiasi squadra e in ogni ambito della vita – hanno vita facile nell’impallinare l’allenatore più titolato che il Napoli abbia mai avuto. Gliene hanno dette di ogni: dalle accuse sulla preparazione atletica, al modulo, alla insufficiente conoscenza del calcio italiano. Come se parlassero di un signore che improvvisamente ha deciso di fare l’allenatore.

Ovviamente, avendo una conoscenza piuttosto approfondita di Napoli e del suo ambiente, fummo facili profeti nel prevedere tutto questo già ad agosto, prima della partenza del campionato. Scrivemmo di anno di transizione e, soprattutto, individuammo in Aurelio De Laurentiis l’uomo chiave per proteggere il lavoro di Rafa e quindi il futuro del Napoli: “Un anno di transizione, proteggiamo Rafa”, questo il titolo. Stavolta bisogna dire che il presidente ci ha accontentati. Il suo intervento di oggi dovrebbe mettere a tacere definitivamente le voci. Anche se, lo sappiamo, basta un risultato negativo per far riprendere la litania.

La sensazione è che Benitez voglia rimanere a Napoli in presenza di un progetto solido che contempli non solo l’acquisto di calciatori ma la creazione di una società che possa essere competitiva nel tempo. È questo l’aspetto che più preme a un tecnico come Rafa. Un allenatore che ama i matrimoni lunghi e a cui piace lavorare sui calciatori. Come ha scritto nella sua rubrica sull’Independent e come possiamo constatare anche noi. L’ultimo Gokhan Inler ne è un esempio. E lo sarebbe stato anche Mesto se non fosse stato fermato dal grave infortunio. Giusto per fare due esempi.

Insegnare calcio, essere competitivi a lungo e quindi vincere non occasionalmente. Se De Laurentiis ha gli stessi obiettivi, ha trovato l’uomo giusto. E noi con lui.

Il presidente ha poi parlato della contestazione dei tifosi in curva B che hanno esposto lo striscione “meglio in C che con un presidente così”. Li ha definiti «quindici persone che non tifano nemmeno Napoli, forse guidati da terzi che non vengono nemmeno allo stadio». Chissà a chi si riferiva. In effetti la notizia, più che la contestazione, restano i fischi che il resto dello stadio ha indirizzato loro. Ci sarebbe da scrivere a lungo sulla crisi in cui si è avvitato il tifo organizzato, sempre più distante dei desideri del resto del pubblico che vorrebbe solo incitare, magari con fantasia, la propria squadra. Ne abbiamo parlato tante volte. Così come tante volte abbiamo criticato una certa subalternità del Calcio Napoli nei confronti di quella fetta di tifoseria.
Massimiliano Gallo

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