Le pagelle di Napoli-Lazio 1-0 (quarti di finale di Coppa Italia) REINA s.v. – Un rientro di tutto riposo. La Lazio non ha mai tirato in porta. Appena una energica respinta a pugni su una punizione defilata di Ledesma. Hai visto come ha esultato al gol di Higuain? Noncelotogliamo! Noncelotogliamo! – 6 MAGGIO 4,5 – In difficoltà contro Keita che lo saltava spesso. Ha lottato, ma è calato nuovamente di forma. Nelle puntate offensive, mai concreto. Però dal suo cross (ancora una volta intercettato, da Ciani) nasce l’azione del gol. Un cross su 10, tanti ne azzecca. Keita sembrava ‘nu mostr – 4,5 FERNANDEZ 6 – Perea è stato un avversario evanescente e il giovane argentino ha potuto curare i rifornimenti per l’attacco. Però sui lanci lunghi la difesa laziale aveva sempre la meglio (Ciani 1,92; Novaretti 1,94). Trapani, è inutile che fai. Qualche errorino in più ma non è un brocco. Non è un brocco! – 6 ALBIOL 6,5 – Contro una sola punta, curata soprattutto da Fernandez, lo spagnolo ha giocato in scioltezza. Un paio di interventi di esperienza, ma niente di eccezionale. Anche lui ha tentato il lancio per sorprendere alle spalle la difesa laziale. La solita classe. Sempre presente. Albiolselfcontrol – 6,5 REVEILLERE 5 – Per fortuna il brasiliano Anderson (20 anni) si è spento alla distanza. Finché ha avuto gamba ha creato qualche problema all’esterno azzurro. In avanti solite difficoltà sulla corsia sinistra dovendo sempre girarsi sul destro naturale per il cross. Vabbè, prendi uno di 20 anni contro uno di 34 e atterri il trentaquattrenne in un secondo. Ma a me Anthony piace. Fiducia – 6 JORGINHO 7,5 – Straordinaria personalità del ventitreenne centrocampista appena arrivato dal Verona. Gioca di prima, ha senso della posizione nella fase passiva, spinge con sicurezza, disinvolto nel creare gioco. Vince alla grande il duello con Ledesma ed è il più brillante protagonista azzurro, padrone del centrocampo. Va anche alla conclusione colpendo il palo sullo zero a zero. Più di un pallone allungato abilmente a Higuain. Favoloso. Ma da quant’è che non avevamo un centrocampista così? Sicuro, padrone del centrocampo, ha pigliato a Inler e gli ha detto: “Gentilmente, Gokàn, liev’t a nanz”. E Inler si è fatto portare per mano dal ragazzino e ha fatto forse una delle migliori partite dell’anno. Sembra che conosca la squadra da sempre. Ha messo una bandierina a centrocampo e ci ha scritto sopra: “Questa è roba mia”. Ogni volta che è pronto (ed è pronto sempre) apre le braccia, si chiama la palla e si coordina per giocare. Una scioltezza da veterano. Uno che ha vent’anni ed è appena arrivato. Maronna e che giocatore ci siamo comprati, maronna! È pure bellillo. E quando non ha capito che doveva uscire lui m’ha fatt murì – 10 DZEMAILI s.v. – Entra per i tre minuti di recupero al posto di Jorginho. Tre minuti sono niente, ma contro questo Jorginho Dzemaili è sconfitto in partenza, eh – sv INLER 7 – Prodigio della serata. Forse la vicinanza di Jorginho lo rende finalmente più attivo, veloce, rapido nei disimpegni e, nei contrasti, la spunta sempre, specie di testa. Calibra anche i lanci per Callejon. Recupera molti palloni. Affaticato nel finale, sbaglia qualche palla. Ma stavolta aveva proprio la maschera del leone. Merito di Jorgi (da oggi per me si chiamerà così). Come se gli si fosse affidato. Deve aver pensato: “Finalmente mi posso assettare in ultima fila ed entrare solo per indicare agli spettatori il bagno”. E così ha fatto. Rilassato e senza più la pressione di dover dirigere lui il film senza averne gli strumenti. Ha fatto un maronno di tiro per Callejon. Se continua così, il più è fatto – 7 CALLEJON 6,5 – I cross più insidiosi (bassi e radenti) in area sono suoi. Higuain non li sfrutta, chiuso nella doppia morsa dei difensori laziali. Gioca anche in copertura. La Lazio presidia la sua fascia sempre con due uomini. Dopo un gran lavoro, mette nell’area piccola la palla che Higuian trasforma nel gol vincente. Non si ferma mai. È dappertutto. Finalmente torna in abito da sera. Ha un’eleganza e un portamento che fanno innamorare. Persino il sudore indossa con eleganza. Il duetto con Higuain è stato come un “gancho” tanguero: una figura perfetta – 8 HAMSIK 4,5 – Vaga sul centro-destra. Gioca a sprazzi. Tenta di impostare la manovra offensiva, non ci riesce mai con efficacia. Ancora lontano dal suo standard migliore. Perde numerosi palloni nei contrasti. Una volta va felicemente in contropiede, ma sbaglia l’allungo a Higuain. Cerca il tiro, ma viene “murato” al limite da Ciani. Esce per forza di cose al 76’. Non è ancora lui. Però gli do mezzo voto in più – 5 PANDEV 6 – Entra per Hamsik, difende bene la palla, si inserisce nell’offensiva finale del Napoli, ma soprattutto ha il merito di allungare all’indietro la palla per Callejon nell’azione del gol. La panchina aiuta. La concorrenza spettina i capelli e rende migliore – 6 INSIGNE 4,5 – Non la spunta né contro Konko, né contro Cavanda. Serata infelice, ci può stare. Esordisce con un destraccio alle stelle. Non trova mai il passo per superare l’uomo. Qualche buon intervento in difesa. Ma non era lui, Lorenzo il Magnifico. Si innervosisce e quando conclude anzitempo la sua partita, inseguito da fischi ingenerosi, se la prende troppo. Esce al 68’. Non fate come i pessimi genitori, che proiettate su questo ragazzo quello che voi vorreste che fosse. Magari non è il campionissimo che avete sempre creduto, non può essere? Un bravo giocatore, che quando è in partita fa la differenza, ma non è Maradona. Rilassatevi – 5 MERTENS 6 – Entra per Insigne, non fa granché, ma la squadra acquista velocità sulla sinistra. Anche lui, come Insigne, ha però difficoltà a saltare l’uomo. La Lazio gioca tutta in difesa e raddoppia sugli esterni. Dovrebbe giocare sempre titolare. Entra lui e il ritmo cambia, non ci sta niente da fare. È tropp bell – 6 HIGUAIN 7 – Decide la partita dopo essere stato costantemente anticipato in area. Va subito alla conclusione ma da posizione defilata e Berisha sventa in angolo. Sui cross di Callejon (16’ e 40’) viene chiuso sotto porta, prima da Ciani, poi da Novaretti. L’ombra del rigore sull’intervento di Novaretti al 50’. Ma alla fine trova il gol e decide il match. Prima rete in Coppa Italia, quindicesimo centro stagionale. Quel colpo di tacco è stato una magia. E quei due lì davanti sono bellissimi. Uno spettacolo – 6,5 BENITEZ 6,5 – Forse ha trovato un tesoro (Jorginho). E, a centrocampo, Inler gioca finalmente una partita piena e di notevole livello. Reja gli blocca le corsie esterne e la squadra va in difficoltà, cercando i lanci lunghi per sorprendere la difesa laziale. Ma Novaretti e Ciani fanno una guardia spietata su Higuain e il Napoli non trova varchi. Non ha ancora Hamsik al meglio (anzi, deludente). Non può fare nulla sulle difficoltà difensive di Maggio e Reveillere che è un “destro” che si arrangia a giocare a sinistra. Deve sostituire Hamsik e Insigne in serata-no. Conquista la semifinale di Coppa Italia e vedremo come se la caverà contro la Roma, turno di andata e ritorno, la prima all’Olimpico, la seconda al San Paolo, forse un lieve vantaggio per gli azzurri. Insieme al pappone ci ha comprato un signor giocatore: Jorginho è quanto di più bello abbiamo visto da un bel po’ di tempo a questa parte, insieme agli acquisti estivi, tutti azzeccati. Quindi ‘sto pappone alla fine non è poi così male: conti in regola, non butta i soldi nella spazzatura, pondera gli acquisti. Se solo fosse un tantino più presentabile, da non doversi sempre vergognare quando lo si esibisce in pubblico non potremmo dire niente. Su Benitez, che dire? In Rafa I trust e sono certa che ci porterà lontano. Ha una squadra rimaneggiata dagli infortuni e ha naso per i talenti. Mi basta e mi avanza e ce n’è anche di che campare fino alla prossima partita. Invece sul pubblico napoletano qualcosa da dire c’è. C’è chi, sui social, ieri, mentre ci portavamo a casa la semifinale, ha detto che Higuain è uno scarparo “echecelosiamoaccattatoafare”, un altro che “Hamsikèunaciofecaittammlamare”, poi c’è chi mentre noi godevamo guardando Jorginho pensava che bisognava tirare la catena del gabinetto con dentro Dela e Bigon. Insomma, ragazzi, diciamocelo, abbiamo un pubblico che fa schifo. Una popolazione, forse, che fa schifo. Gente che non ha altro modo di sfogarsi che pagare 50,00 euro per andare a fischiare i giocatori e sfogare le loro frustrazioni. Perché mo’, che Insigne non abbia brillato ci sta pure, ma, uno, non è certo stata la sua peggior partita, due, allo stadio non si fischia. Rumoreggiate, bestemmiate, date calci a chi vi sta affianco, prendetevi a paccheri, ma mettetevi quel fischio in tasca o strozzatevi. Perché, semplicemente, allo stadio, non si fa. Allo stadio si va per incitare, sostenere, fare il dodicesimo uomo in campo. Lo insegnano da bambini, a voi nessuno l’ha detto? Evidentemente no, vi hanno detto che allo stadio potete andare a sfogare la mancata promozione in ufficio, il graffio alla macchina, il vicino stronzo che vi sveglia la mattina con la radio ad alto volume, vostra moglie che non cucina bene. Poi vi incazzate se Lorenzo vi manda a fanculo. E perché? Perché nossifa? Voi chiedete grinta a questo ragazzo. E la grinta questo è, nel bene e nel male. Io non riesco a giocare come so? Voi mi fischiate? E io mi incazzo e vi mando a fare in culo. Se tutto è permesso a voi, tutto è permesso pure a me. E sennò, quando il pubblico fa una cacata, come ieri, che si fa? Si chiude lo stadio? Papponisti che non siete altro… Oh, non ce l’ho con i cinefili della B. Ieri i fischi venivano dalla Tribuna – A Benitez 7, a voi 0 (jatevenne) MIMMO CARRATELLI e ILARIA PUGLIA
Le pagelle / Spettacolo Jorginho, Hamsik e Insigne due fantasmi
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