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Intervista (im)possibile a DeLa: Aho, nun ce vojo rimette’ i sordi

Presidente, già a Roma? La facevo a Castelvolturno con Benitez…

A’ Zambardi’, stai n’artra vorta qua a ròmpe li cojoni. L’ultima volta col papa m’hai fatto fa’ na figura che lèvete

Giusto un po’ di satira. Ma, presidente, come al solito qui siamo agli enigmi.

Enigmi per il giornalismo de’ regime che tu rappresenti. Io con i tifosi parlo su twitter. E i tifosi sapranno tutto al momento opportuno. Sono loro il mio popolo.
Sì, maestà, cioè Presidente, però… Lei in questa campagna acquisti è partito come una Ferrari e adesso sembra una panda dell’82.

La Ferrari è Benitez, ma per il resto der discorzo che stai a di’? Nn’ho capito.

Il calciomercato, gli obiettivi, presidente. Prima spariamo alto, spendiamo 37 milioni per una punta. Poi si tratta di rifare la difesa e siamo tornati a certi minuetti misteriosi degli anni scorsi.

E te credo, sto a frenà!

Frenare? Adesso?

Ma li sai fa i conti? Rispondi a me: è vero o no che, tara baralla, ho speso già più di ottanta milioni per acquisti – e aggiungerei che de cessioni non c’è da sperare niente de che?

Vero.

Secondo: è vero o no che il monte ingaggi sta schizzando verso il tetto consentito e che rischiamo di scottarci le mano?

Le mani, vuol dire.

A Roma se dice “e’ mano”. Torniamo ar punto. È vero o no che adesso siamo in una scala dimensionale di grande impresa calcistica?

Presidente, lei ha perfettamente ragione, ma non è qui che volevamo arrivare, essere un grande club?

E volevamo arrivà qui un cazzo, io non ci voglio rimettere, altrimenti ve saluto e me ne vado.

Non mi dica che non ha fatto un business plan.

Ma come cazzo parli? Tu non stai bene co’ a’ testa. Quello che è successo è semplice. Una volta andato via er cacasotto de San Vincenzo…

Parla di Mazzarri?

Un grande tecnico, un ciclo entusiasmante sul piano dei risultati.

Che le ha permesso di vendere prima Lavezzi e poi Cavani a prezzi “d’affezione”.

Va be, mo’ non stamo a guardà er capello. Andato via Mazzarri io mi ero convinto che ci voleva il salto dimensionale. E ho cercato l’uomo giusto che come guida tecnica me lo poteva garantì. E qui ho visto la luce.

Ma la luce costa e le bollette arrivano.

Mortacci sua, se costa. Poi questo sceglie sempre il piatto più caro del menù.

Una vecchia canzone napoletana diceva: “Chella ca costa e cchiù”.

Mi interessa, come si chiama sta canzone?

“Io Mammeta e Tu”, presidente. È famosissima.

E certo, ma che no’ a’ so? Certo che a’ so. Comunque, Zammerdone mio.

Zambardino.

Ma sì, dai, sto a scherzà. Dunque ho fatto grandi acquisti ma ora sento il bisogno di tornare alla mia abituale saggezza.

Quindi niente Astori e invece acquisti misteriosi alla Zapata?

Sì, dai. Caro mio, a me chi me lo dice che poi le cose vanno bene e rientro delle spese?

Presidente, forse siamo d’accordo per la prima volta dopo anni. Lei dice che una sontuosa campagna acquisti può risolversi in un campionato deludente, ma forse questo richiederebbe di tenere il gioco, di rilanciare e rischiare, difendendo le scelte fatte.

Come disse l’ottimo Ricucci: so tutti bravi a fa i froci cor culo degli altri.

Presidente…

Voglio dire che voi ragionate da tifosi. Voi pensate ai fischi allo stadio, voi pensate alle proteste sui siti internet (e di quanto me ne strafotto di internet l’ho dimostrando cacciandoli dalla tribuna stampa). Io ragiono da imprenditore. Se er grassoccio spagnolo…

E dagli, presidè, né io né lei siamo magri, cosa si mette a sfottere Benitez sul peso?

Ma che nun se po’ parlà in modo virile adesso? Làsciame penetrà nell’anima der discorso. Se o’ spagnolo se fa buttà fòri dalla champions al primo giro, io che incasso? Se in campionato non arriviamo perlomeno in zona champions, io che incasso? Gli abbonamenti che voi napoletani manco comprate più?

Ci sono 50 mila biglietti venduti per la prima col Bologna.

I biglietti sono bruscolini nel bilancio di una società di calcio, per non parlà del fatto che sui biglietti io subisco certe pressioni che, insomma, avrebbero più a che fare con il controllo di legalità, come dire, m’hai capito no? Zabajone mio’…

Zambardino.

Che rompicazzo, sì, stamme a sentì, qui ci vogliono i risultati e io comincio a cacarmi addosso. Ma l’hai vista Lazio-Juventus?

Vista, presidente, e condivido la sua angoscia che è la nostra. Lei finalmente diventa tifoso del Napoli.

E quindi, Champions con sorteggio in quarta fascia, campionato tutto da vedere, io comincio a prendere le mie misure, se lo spagnolo non delivera.

Ora parla inglese… Ma è incoerente con quello che ha fatto da giugno ad oggi. Prendiamo il caso Astori…

Cellino voleva fa er furbo co’ mme. Ma io gli ho fatto una sonora pernacchia.

Loro dicono che siete voi ad aver “nicchiato”.

E Rafele c’ha i suoi, che te devo di’?

Due verità per lo stesso fatto. Incoerente, no?

È incoerente chi non fa il bene della società. Io devo gestire un’impresa e far tornare i conti.

Ma lei sembrava così permeato dalla cultura calcistica di Benitez.

E lo sono ancora, infatti comanda lui. Ma nella vita mia nun ho mai perso la testa per amore e nun me succederà nemmeno con Rafele, come lo chiamate voi.

E tutto quella “zarzuela” di nomi, Mascherano, Ibrahimovic, Eto’o.

Zamberli’, mo’ che è la zarzuela?

Grosso modo, una sceneggiata, presidente.

L’informazione c‘ha bisogno der doping esattamente come er calcio. Tutti sparano, voi giornalisti bevete, e il prodotto si vende.

Sa, lei non mi ha detto niente che io non immaginassi già, però sono contento, scopro che come tutti noi, palpita per il futuro prossimo.

Parpito pure pè quello remoto, qua la gente nun viene più allo stadio, una città senza soldi non ne ha per il pallone.

A proposito di stadio!

E siamo a buon punto, Giggino si è deciso.

Tutto bene quindi, è quello il suo prossimo business?

Se Giggino nun me fa assùme quarche altro fratello o sorella sì. Sa, so lavoratori, c’hanno diritto ar salario.

La saluto, presidente, e forza Napoli.

E Forza a me

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Avvertenza
Il presente testo non è un’intervista. Il suo contenuto è immaginario e nulla di quanto qui detto risponde a realtà. Si tratta di un testo “letterario”. Riferimenti a persone e fatti narrati sono finalizzati alla finzione ma destituiti di ogni fondamento reale.

Vittorio Zambardino

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