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Per chi suona la campagna acquisti

Continuiamo a perdere i pezzi, da Realfonzo a Mazzarri. Sventurata la terra che ha bisogno di eroi, ammoniva Bertolt Brecht. Tocca ricordare il sermone del decano inglese John Donne. Ogni allenatore è un pezzo della squadra, una parte del tutto, la sostituzione di qualsiasi allenatore ci sminuisce, e dunque non chiedere mai per chi suona la campagna-acquisti. Chi dice Donne dice danno, questo si sapeva. Mazzarri lascia un vuoto: sarà a perdere o almeno a pareggiare? De Laurentiis se la cava con una frase da cinepanettone: “Un allenatore si può convincere con i soldi, ma se quello decide di andare a letto con un altro non puoi farci nulla”. Mazzarri, uomo di letto e di governo? Ora abbiamo sempre le stesse buche, ma abbiamo un nuovo allenatore, il signor Rafa Benitez. Il Pd avrebbe preferito fare le primarie. Storace prima tace perché, si sa, il nemico ti ascolta, poi concede: “Mi piace il nome”. De Magistris approva perché intanto lui ha preso Mazzarri all’Inter e Moxedano al personale. Uno solo il commento di Beppe Grillo: “Arrendetevi”. “Meno male che Rafa c’è” è invece il messaggio che giunge dal Pdl. Benitez è spagnolo di Madrid e in questo si differisce da Pedro Alvarez de Toledo y Zuniga che era di Salamanca. Nel lungo cognome del vicerè due premonizioni: Alvarez che oggi gioca nell’Inter e Zuniga (la madre di don Pedro era Isabel de Zuniga) che gioca nel Napoli. Buongustaio, Rafa Benitez preferisce la difesa a quattro (quattro salti in paella) e farà giocare Hamsik alla Lampard (la Lampard di Aladino). Valorizzerà il centro storico (San Gregorio Armero) e i giovani (in hoc Insigne vinces). Don Pedro costruì la via Toledo. Via Cavani è la strada che Benitez deve evitare. Anche il titolo di cavaliere è da evitare. Il cavaliere Benitez, con quel che segue, suonerebbe male.
MIMMO CARRATELLI (tratto da la Repubblica del 3 giugno)

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