De Laurentiis sta aspettando perché pensa che Mazzarri rimarrà

E’ possibile che la “pazienza” con cui De Laurentiis sta aspettando che Mazzarri sciolga la riserva sul suo futuro significhi che il presidente ha la sensazione di avere ancora per la prossima stagione il tecnico che ha creato il Napoli di vertice. In caso contrario, avrebbe dovuto, sin dai primi dubbi, far valere la conclusione […]

E’ possibile che la “pazienza” con cui De Laurentiis sta aspettando che Mazzarri sciolga la riserva sul suo futuro significhi che il presidente ha la sensazione di avere ancora per la prossima stagione il tecnico che ha creato il Napoli di vertice. In caso contrario, avrebbe dovuto, sin dai primi dubbi, far valere la conclusione del contratto e pensare a una rapida sostituzione. Perché non si può avviare il potenziamento della squadra senza la collaborazione del nuovo allenatore. In ogni caso, il Napoli è bloccato.
Non sarà facile trovare il sostituto di Mazzarri. Le voci che circolano propongono nomi impossibili. Allegri resta ancorato al Milan salvo esserne esonerato, Guidolin è “friulano” dalla testa ai piedi e all’Udinese ha un futuro quando dovesse smettere di sedersi in panchina, Benitez è una grossa incognita per la scarsa conoscenza del campionato italiano e per prevedibili problemi di ambientamento. Benitez è un “nome”, ma non si vince con i nomi. Se le voci sbandierate dai media dovessero essere effettivamente gli obiettivi della società non deporrebbero a favore del club per i motivi sopradetti.
Il progetto Napoli, almeno per un anno ancora, non può prescindere da Mazzarri. Tanto varrebbe, se il tecnico dovesse abbandonarlo, ripiegare sul vice Frustalupi che conosce lo spogliatoio azzurro e le reali esigenze di rafforzamento. Sempre che Mazzarri non se ne vada con tutto il suo staff.
La Juventus, confermando Conte, ha già aumentato la distanza che l‘avvantaggiava sul Napoli. La conferma della guida tecnica è un “punto” importante per non ricominciare daccapo come succederebbe al Napoli senza Mazzarri. In ogni caso, anche la Juve ha problemi di potenziamento. Napoli e Juve, oltretutto, avranno l’impegno della Champions in cui i due club si giocano molto del loro prestigio e del futuro di squadre di vertice.
La crisi economica che frena le società italiane e la carenza di autentici fuoriclasse, al di fuori di quelli bloccati dalle squadre di appartenenza, rendono il calciomercato difficile. Col Napoli anche gli altri club fanno fatica a rafforzarsi. E’ la crisi del calcio italiano che non attrae più i campioni stranieri e viene spazzato via dai tornei europei.
In questo quadro bisogna considerare le difficoltà del Napoli di progettare una squadra più forte. Per cui la conferma di due pilastri della squadra giunta al secondo posto, Mazzarri e Cavani, significherebbe già un doppio, importante acquisto per la prossima stagione.
Come si muove il Napoli sul calciomercato non è facile saperlo. L’impressione è che la società non sia adeguatamente attrezzata non solo come struttura interna ma anche nei necessari rapporti, solidi e non occasionali, con gli attori esterni. Nel Napoli i migliori giocatori li hanno portati Pierpaolo Marino e De Laurentiis in prima persona.
In mancanza di grandi prospettive si fa l’occhiolino al fenomeno Borussia Dortmund, ma la realtà tedesca è diversa da quella del calcio italiano che ha tanti vizi, la fretta del risultato in testa. E, poi, costruire una squadra giovane e di combattimento non è neanche semplice. Fra difficoltà obiettive e lacune della società, il Napoli è a una svolta piena di incognite se dovesse perdere Mazzarri e Cavani. Chi dei due gettare dalla torre salvando l’altro? Nessun allenatore ha mai fatto gol. Neanche Mourinho. La risposta sembra scontata. La cessione di Cavani (mai ad un club italiano, mai e poi mai alla Juventus per non chiudere anzitempo la gara al vertice) riporterebbe il Napoli pericolosamente indietro. I goleador sono merce rarissima. Non bisogna illudersi che con fantastiche o fantasiose alchimie di mercato il Napoli saprebbe come cavarsela senza il Matador, a prescindere dalla considerazione che i top da prendere in sostituzione appaiono fuori portata e ci sarebbe tutta una nuova squadra da costruire.
MIMMO CARRATELLI

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