I cultori della storia azzurra si tranquillizzino, queste parole non intendono sminuire il nostro gotha, la galleria dei mostri sacri. E’ giusto avere massimo rispetto per Sallustro e Vojak, giurare grande devozione per Jeppson e Vinicio, amore per Sivori e Altafini, nostalgia per Clerici e Savoldi.Inchiniamoci pure dinanzi al cuore e alla classe di Totonno Juliano, alla grinta e alla fedeltà di Peppe Bruscolotti. Rivolgiamo un pensiero grato alla personalità inimitabile di Rudy Krol, ai voli provvidenziali di Zoff e Castellini. Però insomma, sono parole di circostanza, perché ci sto girando intorno ma tanto voi avete già capito dove voglio arrivare.
Eddai, diciamocela tutta, facciamo un esercizio di franchezza: solo Maradona è megli’e Cavani.
No, non me ne vogliano gli adoratori di Careca. Anch’io l’ho amato come un dio del pallone. Quando si trattò di scegliere un nome per mio figlio, proposi subdolamente di chiamarlo Antonio, ma mia moglie mi sgamò (sbagliai, non avrei dovuto ammettere che come secondo nome intendevo aggiungere “de Oliveira Filho”). Careca era un attaccante fantastico, aveva tecnica, fantasia e velocità, sapeva come infiammare i nostri cuori. Però Edi è meglio. Non mi limito a contare i gol, ma valuto anche il contributo al gioco della squadra, il surplus di personalità, il carisma, lo spirito di sacrificio che lo porta a correre in difesa quando è necessario (cioè quasi sempre…).
Arriverà un tempo in cui giudicheremo i nostri attaccanti confrontandoli impietosamente col Matador, sarà la nostra pietra di paragone per molti e molti anni, appena qualcuno comincerà a fare un po’ di gol, salteremo su a dire: “Sì, però Cavani…”. Ammettiamolo serenamente, andrà così, perché un centravanti del genere non si era mai visto al San Paolo.
Ora tocca a De Laurentiis evitare di fare stupidaggini. Edi ha già firmato tre contratti, in pratica ogni anno è arrivato un prolungamento ed un adeguamento economico. Nulla impedisce di fargli siglare un quarto accordo. Ricopriamolo d’oro e togliamo di mezzo questa stupidaggine della clausola rescissoria, oppure eleviamola a 150 milioni. Forse così gli sceicchi si daranno una calmata.
“La società sa cosa voglio”, ha detto Edi. Non credo si riferisse ai soldi, è già ricchissimo. In realtà ha suonato la carica, ha detto che vuole vincere con questa maglia, ha chiesto di giocare in una squadra ancora più forte. La sua è una sfida. Speriamo che Aurelio la raccolga. In caso contrario farebbe un errore enorme, anche perché se affidasse a Bigon alcune decine di milioni da reinvestire, si ritroverebbe in squadra una serie di Dzemaili e Vargas.
Infine, una cosa per i tifosi, ultras e no. E’ assurdo che un campione così non abbia un coro, una canzone, qualcosa che lo celebri e lo esalti. Nel nostro stadio abbiamo levato inni per il Condor Agostini e per Benny Carbone, ma uno come Cavani non merita niente perché “Solo la maglia”? Perché prima o poi andrà via? Non voglio riaprire la polemica col tifo organizzato, altrimenti mi becco la solita etichetta di tifoso elitario e snob, perciò mi limito a dire che è un peccato.
Giulio Spadetta