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La rivolta in casa Chelsea contro Villas Boas

Quando sabato, di ritorno da Liverpool dove le avevano prese e male dall’Everton per 2 a 0, Andre Villas-Boas ha comunicato che la domenica non sarebbe stata libera come inizialmente previsto, e che avrebbero fatto allenamento, i giocatori del Chelsea non l’hanno presa per niente bene. E men che meno hanno gradito quando il tecnico li ha riuniti in mezzo al campo e si è messo a elencare tutti gli errori a suo dire commessi dagli undici in campo e che avevano portato alla sesta sconfitta in campionato, non a caso definita “la peggiore della stagione”. Solo che stavolta le stelle non sono rimaste a guardare e, sotto gli occhi di un attonito Roman Abramovich, presente al centro sportivo di Cobham per quella che doveva essere solo una chiacchierata a quattrocchi con AVB, hanno rispedito al mittente le critiche, spiegando chiaramente al tecnico (e, di riflesso, anche e al boss russo) cosa davvero pensino del giovane portoghese e della sua tattica di gioco, che vede il Chelsea a ben 17 punti dalla capolista Manchester City e fuori dal piazzamento Champions.
ANCHE DI MATTEO NEL MIRINO — A dar retta al Guardian, sarebbero volate parole di fuoco, coi senatori a rinfacciare all’allenatore tutte le sue manchevolezze, a cominciare dal pessimo comportamento adottato con Nicolas Anelka ed Alex (sbattuti ad allenarsi con le riserve), per non parlare delle accese discussioni con Frank Lampard e Didier Drogba o della scelta di prendere Gary Cahill a gennaio e di farlo giocare appena una volta in cinque settimane. Ma anche il suo vice, Roberto Di Matteo, è finito nel mirino degli “indignados in Blues”, che avrebbero fatto sapere ad Abramovich di non tollerarlo più.

L’OMBRA DI HIDDINK — Insomma, gli argomenti di cui dolersi di e con Villas-Boas non mancavano di certo e anche se il portoghese continua a dirsi convinto di avere il pieno appoggio del magnate russo che lo scelse in estate, cacciando Carlo Ancelotti contro il parere di trequarti di squadra (e pure di società) e pagando per il capriccio ben 28 milioni di sterline totali, è però indubbio che lo stesso Abramovich pretenda molto di più di quanto visto finora. E, fatto salvo il piazzamento nelle prime quattro, che resta l’obiettivo minimo di stagione, solo la vittoria della Champions League, magari accompagnata con la doppietta della FA Cup (le uniche due competizioni in cui il Chelsea è ancora in corsa, anche se Birmingham e soprattutto Napoli non sono avversari da sottovalutare), potrebbero salvare AVB dall’addio prematuro, mentre l’ombra dell’onnipresente Guus Hiddink comincia a stagliarsi ai cancelli di Stamford Bridge, con il guru che tante volte ha salvato i Blues in passato attualmente sfaccendato (e quindi pronto a tornare malgrado il diniego di prammatica fatto al Daily Mail).
SOLO DUE FEDELI AD AVB — Di certo, se AVB venisse mandato via prima del tempo, nessun giocatore (a parte David Luiz, Ramires e Jose Bosingwa, i soli che sarebbero dalla sua parte) si strapperebbe i capelli. Anzi, l’esatto contrario, come lascia capire chiaramente il Sun, citando la solita fonte anonima ma informatissima che spiega come “le cose siano cambiate dall’inizio dell’anno, perché i piani di AVB non hanno funzionato e ora l’atmosfera nello spogliatoio è molto tesa e tutti si chiedono se il tecnico sia l’uomo giusto per il Chelsea”. Una domanda che si sta facendo anche Abramovich e non solo da sabato sera. (gazzetta.it)

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