Amici napolisti di terra, di cielo e di mare, non è per portare acqua al mio vacillante mulino, a proposito dei punti che il Napoli pagherà in campionato a causa della Champions, ma le ultime dichiarazioni di Mazzarri fanno luce su tutto e troncano qualsiasi polemica.
Ha detto il mister che sarebbe soddisfatto se il Napoli conquistasse la qualificazione agli ottavi di finale della Champions e poi finisse sesto in campionato.
A parte che c’è un arretramento rispetto al programma di inizio stagione del presidente De Laurentiis (“Napoli nei primi cinque posti”), ma ritengo che la Champions cominci a far girare la testa a troppi nel club azzurro (con i giocatori in confusione?).
Però ora è chiaro e ufficiale. Il Napoli dà priorità alla Champions. Non per vincerla (ci mancherebbe altro), ma per passare agli ottavi. Avessero detto di puntare anche ai quarti avrebbero sollevato più entusiasmo.
Ma le cose si complicano maledettamente quando Mazzarri dice che “abbiamo sbagliato a vincere contro Milan e Inter”. Le due vittorie, dice, hanno creato aspettative troppo alte per un Napoli che “paga la Champions più degli altri perché non c’è abituato e la coperta è corta”.
Di sbagliato nelle vittorie contro Milan e Inter c’è stata la pietosa condizione delle due squadre milanesi. Di che cosa parla Mazzarri? E perché solo oggi parla di “coperta corta”?
La verità è che, a inizio stagione, De Laurentiis, anche contraddicendosi, disse: “La Champions per noi è un allenamento”. E aggiunse malauguratamente: “Ci siamo rafforzati per la Champions”. Imprevista doppia personalità del presidente?
Ora che il Napoli è stato protagonista a Manchester e se l’è cavata col Bayern, la Champions non è più “un allenamento” assurgendo a priorità della stagione azzurra.
E’ magnifico e legittimo cambiare programmi in corsa se, a fronte di imprevisti risultati favorevoli, la società abbia allestito una squadra che, come disse De Laurentiis, “ci siamo rafforzati per la Champions”.
Il rafforzamento non si è visto e, se mai si potesse essere d’accordo col presidente, Mazzarri ha tagliato la testa al toro azzurro rafforzato dicendo: “La coperta è corta”.
Alla fine, hanno ragione tutti e due, il presidente e l’allenatore. Perché è bello andare avanti nella Champions, ma è anche vero che la “rosa” è ristretta e non di grandissima qualità se mettiamo insieme i “titolarissimi” e la panchina.
Qual è la conclusione?
La conclusione è che il Napoli, in evidente confusione (emotiva) sugli obiettivi stagionali, pagherà più dei 10 punti “previsti” da Mazzarri in campionato a causa della Champions. La squadra, stressata da impegni superiori alle sue forze e alle normali previsioni, potrebbe andare alla deriva e non si sa fino a che punto il mercato di gennaio potrà offrire soluzioni efficaci al deterioramento della formazione azzurra.
L’errore è evidente: la priorità assegnata alla Champions.
Il torneo europeo certamente non doveva essere “un allenamento” per il prestigio del club, ma una utile esperienza.
Il girone della morte, in cui il Napoli non si è “ucciso”, rilanciando le quotazioni azzurre ha complicato gli obiettivi del club, vuoi per il fascino e il prestigio che il cammino positivo nella competizione assicura, vuoi per gli incassi che, in tempo di crisi, fanno gola.
Ma doveva essere il campionato la priorità vera. Non per vincere lo scudetto, anche in assenza, finora, di squadre-padrone, ma per acciuffare secondo o terzo posto per la qualificazione alla Champions della prossima stagione.
Confusi dalla “musichetta”, si rischia di perdere Filippo (la Champions, non essendo prevedibile andare oltre gli ottavi di finale) e il panaro (il campionato, fallendo il piazzamento per un nuovo ingresso in Champions).
Adesso, sotto la pioggia battente, andiamo ad affrontare l’Udinese. E ancora Mazzarri mette le mani avanti.
Dice che “l’Udinese è la squadra più forte del campionato”, che è “da scudetto”, che contro il Napoli “è l’Udinese la squadra favorita” e, ciliegina sulla torta, che “contro i friulani tatticamente saremo ancora più in difficoltà che contro Manchester City e Bayern”.
Signore, pietà.
Mimmo Carratelli