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Bravo Messi, sei un fenomeno
ma mi emozioni poco

Poche parole, anche se in ritardo. Vabbè, la questione è nota. Oggi il Corriere della Sera dedica al tema un paginone dal titolo: Assalto a Diego. Il gol di Messi al Real ovviamente ha scatenato l’inevitabile tormentone. Tante cose sono state scritte, anche qui sul Napolista. Del match dell’altra sera posso dire poco, non l’ho visto. Tifavo Real perché tifavo Mourinho. Mi hanno detto che ha rimediato una figuraccia, calcistica e sportiva. Ma mi hanno anche detto che l’espulsione non c’era.Poi ho visto quel gol di Messi su youtube. E ho già immaginato quel che sarebbe successo. Mah. Se Diego ha dato il via libera per la 10 a Lavezzi, immagino che non avrebbe difficoltà ad ammettere che Messi oggi sia più forte di lui. Il discorso è complicato. Lo sport appassiona tanto perché è una metafora della vita. Non so se Cassius Clay sia stato il più grande peso massimo della storia, in tanti sostengono di no, ma di certo è stato il più grande in quel senso che travalica l’agonismo vero e proprio.
Ecco, io credo che al momento non ci siano paragoni per quello. Alì perse il titolo per non andare in Vietnam e quando tornò vinse il match forse più intenso della storia della boxe. Diego vinse un Mondiale segnando nel giro di un quarto d’ora prima il gol più beffardo e poi quello più bello della storia del calcio. O, forse, non ci sono paragoni anche perché Diego è un maledetto e Lionel maledettamente un bravo ragazzo. O, ancora, perché Diego si faceva la passare la palla da Celestini e Brown, mentre Messi da Iniesta e Puyol.
Non mi attesto su una linea barricadera. Messi è forte. Un fuoriclasse, il numero uno. Amato dai bambini. Insomma, un bravo ragazzo oltre che un calciatore sopraffino. Per questo, lo ammetto, non trafigge il mio cuore. Ho sempre preferito i George Best a quelli come lui. Ma non al punto da ridimensionarne la grandezza. Ma il calcio, lo sport, non è solo estetica, non è solo buttare la palla dentro. Come tutto, quel che restano sono le emozioni. Per questo Messi non sarà mai Diego, secondo me.

Massimiliano Gallo

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