ilNapolista

Io, a Torino, finalmente mi sento un gigante

Ha ragione Ricchiuti: il Napoli è una grande squadra!
Finora tutte le volte che il nostro ospite (“ospite” sul Napolista, intendo) ha sostenuto questa tesi si sono scatenati dibattiti coinvolgenti che, secondo me, erano mossi da una sorta di “scaramantica opposizione” alla tesi sostenuta dal napoletano atipico Ricchiuti. In particolare molti di noi (ed io mi ci metto per primo) odiano il sentirsi dire che siamo forti, che questo è il nostro anno, ecc. perché scaramanticamente, le riteniamo parole e frasi mal auguranti; diciamo pure che temiamo che possano portare “seccia”.
E però devo dire che ieri alla festa di mio cognato, con parentume più o meno bianconero, mi sono sentito un gigante! Prima di tutto saluto i convenuti con grandi sorrisi e pacche sulle spalle e, alla minima citazione di Cavani o della partita del 9 gennaio o del risultato di ieri pomeriggio, subito gonfio il petto ma solo per spegnere il fuoco e ricordare che l’Inter e la Roma saliranno, che il Milan è più forte, e così via.
Poi ho spostato l’argomento sul posticipo: “Ah si gioca a Torino! Beh, allora dovreste riuscire a pareggiare: perché l’Udinese in questo momento va a 1.000” e subito giù parole di sconforto, di depressione “…non c’è nessuno là davanti che la butti dentro…”, “Eh ma noi uno buono ve l’abbiamo venduto, però voi l’avete rotto!” Insomma non c’erano sfottò soliti ma una specie di gioco del gatto col topo: mi sembrava di essere tornato alla fine degli anni ’90 col Napoli in Serie A ma in grave crisi societaria e la Juve in piena sbornia di scudetti e coppe…
A parti invertite!
La disperazione, la rassegnazione, la depressione di quei giorni è diventata il loro pane quotidiano, le nostre recriminazioni sui torti arbitrali sono diventati i loro peggiori incubi, non essendoci abituati, ed i nostri stati d’animo appesantiti dai fardelli post maradoniani si sono trasformati nella loro pseudo indifferenza. Già perché ieri sera di tre juventini al tavolo neanche uno si è preso la briga di portarsi una radiolina (in una famiglia essenzialmente agnostica SKY e PREMIUM sono banditi!) o di seguire almeno l’andamento in “tempo reale” sul televideo! Insomma per la prima volta mi sto rendendo conto che veramente stiamo alla prefazione di un libro (o collana di libri) che cambieranno la storia e la geografia del calcio. E non solo per l’attuale posizione di classifica ma per come sta operando la società. Guardiamo la Samp: l’anno scorso per un po’ è sembrata l’anti-Inter, alla fine del girone di ritorno si è ridimensionata e però ha finito comunque in Champions League. E tutti a dire che loro avevano Cassano e Pazzini, che hanno un anche monte stipendi più alto del nostro adesso, e chi più ne ha più ne metta. E adesso dov’è? Cassano e Pazzini dove sono? Ed il monte stipendi? Forse era veramente troppo alto per il loro budget e, necessariamente, si sono dovuti ridimensionare. Se è così allora viva De Laurentiis non una ma cento, mille volte, con la sua programmazione e la sua pacatezza. E viva i “Tre Tenori”, come li hanno chiamati ieri sera alla Domenica Sportiva, con la loro bravura, serenità e professionalità.

Forza Napoli Sempre.

Diego Fusco

PS: ieri qualcosa mi ha detto che era meglio se avessi indossato la maglia biancazzurra che avevo addosso il giorno di Napoli Juve. Risultato: altra tripletta del Matador!!!!!

ilnapolista © riproduzione riservata