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Sì, ma De Sanctis
e Grava dove li mettiamo?

Sì, ma De Sanctis e Grava dove li mettiamo? Il Matador rende onore ancora una volta al suo nome (come sottolinea nel suo pezzo Mimmo Liguoro) e mata ancora una volta dopo il 90esimo. Un gol da antologia, da grande attaccante quale è (poi un giorno gli scriverò le mie scuse per lo scetticismo estivo, impaurito dai troppi attaccanti che promettevano fuoco e fiamme e niente mantenevano).
Un’altra vittoria al 90’ e un’altra partita sofferta contro una squadra – sia detto con tutto il rispetto possibile – contro cui avremmo dovuto avere gioco più facile. Ma tant’è, l’importante, in questi casi, è sempre la vittoria, seppur col braccino corto, soprattutto dopo la sconfitta del Milan e conseguente vittoria della Roma, e della Lazio (nonostante un bel gol di Denis), del sempre adorato Mister Reja. Cavani ormai è a pieno titolo idolo della tifoseria azzurra, ma ieri sono stati due i veri protagonisti di questa vittoria. Il primo è uno dei migliori portieri italiani (forse troppo “anziano” per una nazionale che meriterebbe ad occhi chiusi. Ricordate Viviano?) e ieri lo ha dimostrato ancora una volta, con una grandissima parata – vogliamo scomodare il pesante termine “miracolo”? Ok miracolo calcistico – che a pochi minuti dalla fine stava per permettere al Lecce di uscire vittorioso dal San Paolo. Stare in piedi fino alla fine insegnavano a noi portieri a scuola calcio. Ipnotizzare e poi gettarsi sul pallone. Morgan è riuscito a ipnotizzare un Piatti per nostra fortuna egoista e salvare un gol già fatto. Un finale di partita che ha ricordato il Napoli dei soliti primi 20 minuti, quelli in cui soffriamo e tendiamo a prendere gol. Ed è ancora Morgan De Sanctis protagonista, ma questa volta nel ruolo di comprimario, allo scadere. Un perfetto contropiede del Lecce mette Corvia ancora una volta solo davanti al portierone azzurro. Uscita alla disperata (ma sempre in piedi!) e palla toccata quel tanto da rallentarla e dare il tempo al secondo protagonista di questa partita, un prodigioso Grava (che aveva sbagliato il fuorigioco) – non sempre ai livelli dell’anno scorso, ma sempre presente nei momenti complicati – di levare la palla dalla porta con una scivolata alla disperata. E’ stato quello il momento in cui abbiamo capito che si poteva vincere. Non era proprio un gol mangiato (quanto un gol salvato), ma forse il destino lo ha scambiato per tale e ha dato modo alla classica equazione “Gol mangiato, gol subito” di completarsi. Cambio di fronte e Cavani la mette dentro, Napoli secondo e il Caressa della “Juve, vera anti Milan”, zittito, almeno fino al ritorno dalle vacanze. Diamo a De Sanctis e Grava sono quello che è di De Sanctis e Grava, ringraziandoli ancora una volta e augurando alla squadra di non mangiare troppo pandoro durante le feste, ché il rientro sarà di fuoco. Ma in attesa dell’Inter (forse) di Benitez campione del Mondo, e della Juve dell’ex Quagliarella (a cui vanno i complimenti per il gran gol di ieri), questa sì partita dell’anno, continuiamo a goderci la “Zona Mazzarri” alla faccia di chi parla di fortuna. Perché partita finisce quando arbitro fischia… avrebbe detto il caro vecchio Boskov!
Francesco Raiola
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