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Lavezzi, rissa e Argentina
Saluta nel modo peggiore

L’ACCUSA c’è già: grave e circostanziata. L’hanno registrata nella notte tra martedì e mercoledì al commissariato di polizia di Posillipo, dove un uomo ha raccontato agli agenti di essere stato picchiato da Ezequiel Lavezzi. Botte da orbi, come spropositata reazione a un banale tamponamento in auto, tra le stradine panoramiche di via Nevio. Il Pocho, spalleggiato da un amico di imponente corporatura secondo il racconto dell’uomo, avrebbe scartato subito l’ipotesi di una constatazione amichevole dell’incidente, lasciando il modello Cai nel cruscotto della sua Mercedes scura. Meglio risolvere la questione in modo sbrigativo, due contro uno, approfittando della superiorità numerica. L’attaccante non si sarebbe tirato indietro: schiaffi, pugni e calci, nonostante il male alla caviglia che ieri sera gli ha impedito di giocare con la Steaua Bucarest.
L’aggredito s’è riservato di presentare la denuncia, preferendo farsi prima curare al pronto soccorso del Fatebenefratelli: sette giorni di prognosi. Il condizionale rimane d’obbligo, però, in attesa che venga fatta piena luce sulla sgradevole vicenda.
L’ipotesi di un mitomane sembra essere già stata scartata, però. Si impone un supplemento di indagine: anche da parte del Napoli. Assai grave, al di là della denuncia, il coinvolgimento di Lavezzi in un episodio così oscuro. È uno scherzo, al confronto, la serata danzante di fine novembre a Posillipo, quando il Pocho fece tardi in un locale con tre compagni. La società, in quella circostanza, si limitò ad una multa: «Nessuno di loro aveva bevuto e non era passata da molto la mezzanotte».
Questa stavolta sarà meno semplice minimizzare, se la dinamica dell’aggressione sarà confermata: c’è infatti l’aggravante delle condizioni fisiche dell’attaccante, ufficialmente infortunato ma abile per partecipare a una rissa, in un orario difficilmente conciliabile con le esigenze di un atleta professionista. Gira già la prima tesi difensiva: a picchiare sarebbe stato solamente l’amico dell’argentino. Un’altra versione: sarebbe stato l’amico di Lavezzi a sporgere denuncia contro ignoti, e nella vicenda il Pocho (ieri sera in tribuna al San Paolo) avrebbe solo fatto da paciere.
Poco cambia, comunque. La gestione di Lavezzi, all’improvviso, sta ricominciando a essere un rompicapo per il Napoli. Pare che il Pocho abbia già avuto l’ok per proseguire la sua convalescenza a casa, in Argentina. Oggi la partenza, domenica niente Lecce. Il 2010 dell’attaccante termina qui: difficile spacciarla per qualche cosa di differente da una vacanza anticipata. Si curerà e allenerà al centro federale di Buenos Aires, fanno sapere da Castel Volturno.
Chissà che questo programma non subisca qualche modifica in extremis, adesso. In ogni caso, Lavezzi saluta il Napoli nel modo peggiore. Appuntamento al 6 gennaio a San Siro, per la prima trasferta del 2011 contro l’Inter. Il Pocho vola in Argentina, l’aspetta una lunga vacanza. Ma si lascia alle spalle un’ombra, che meriterebbe di essere chiarita.
(tratto da RepubblicaNapoli.it)

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