Folle partita del Napoli a Bucarest contro la Steaua (3-3) al secondo match di Europa League (e sono due pareggi). Sbriciolato dai romeni nel primo quarto d’ora, il Napoli è risalito nella ripresa recuperando lo svantaggio di tre gol contro l’avversario in dieci (espulso al 30’ il centravanti greco Kapetanos). Primo quarto d’ora da incubo. La Steaua già a segno dopo due minuti per la deviazione di Cribari nelle porta di De Sanctis sul cross radente di Apostol. Raddoppio romeno con De Sanctis fuori dai pali sul tiro dalla distanza di Tanase (11’). In bambola la difesa, irriconoscibile il portiere azzurro, tutta una squadra smarrita (il turn-over non paga). E al terzo gol della Steaua (15’ Kapetanos) sembrava proprio finita.
Il Napoli schierava appena quattro titolari (De Sanctis, Maggio, Gargano, Cavani). Col pensiero alla Roma, Mazzarri presentava una formazione rivoluzionata dalle “seconde linee”. Difesa inedita con Cribari fra Santacroce e Grava. A centrocampo, la novità assoluta di Vitale esterno sinistro, Yebda in mezzo, Maggio e Gargano a completare la linea. Alle spalle di Cavani, una coppia che più singolare non si poteva pensarla (Zuniga e Sosa).
Ma al di là della formazione troppo originale per essere vera, era la partenza ventre a terra dei romeni, sollecitati dal quarto allenatore in sei mesi (Lacatus), a demolire gli azzurri, complici gli incredibili errori di tutta la difesa. La Steaua martellava sul lato destro con Nicolita e Stancu. In crisi Grava. Sfilacciato il centrocampo. Un primo segnale favorevole era l’espulsione di Kapetanos (gomitata a Santacroce). Per un’ora la Steaua doveva giocare in dieci. Secondo segnale favorevole la magnifica punizione pennellata da Sosa che centrava il palo: sul rimbalzo era svelto Vitale a insaccare con un diagonale da sinistra (43’). Il ragazzino di Castellammare siglava la sua seconda rete europea (un gol al Benfica due anni fa che valse la vittoria del Napoli al San Paolo: 3-2). Una rovesciata di Cavani, stretto tra due avversari, finiva alta in chiusura di tempo. Era il gol di Vitale a scuotere il Napoli negli spogliatoi per la rimonta che, dopo il primo, devastante, quarto d’ora, sembrava chimerica.
La Steaua ritornava in campo provata dal primo tempo veemente (più esattamente i primi venti minuti) e con l’handicap dell’inferiorità numerica. Ed era naturalmente l’ingresso dei campioni (46’ Lavezzi per Santacroce, 57’ Hamsik per Zuniga) a ridare al Napoli la sua giusta dimensione. Intanto, gli azzurri rientravano in campo con una rabbia furiosa. Confusamente, e più con iniziative individuali (si accendeva Lavezzi), il Napoli andava all’assalto. Difesa a quattro con Maggio, Cribari, Grava e Vitale. Due mediani a protezione della difesa (Gargano e Yebda). In tre alla spalle di Cavani (Hamsik, Sosa e Lavezzi). E, tuttavia, la Steaua, in una delle poche azioni offensive della ripresa, stava per mettere sotto definitivamente il Napoli con un quarto gol: da destra e dalla distanza Nicolita centrava il palo opposto, traversa di Tanase che riprendeva il rimbalzo del pallone (54’). De Sanctis spaesato.
Era dopo questo episodio fortunato che entrava Hamsik e il Napoli conduceva gli ultimi venti minuti all’attacco (la Steaua in dieci non aveva più la forza di replicare). Cominciava un vero tiro a bersaglio verso la porta di Tatarusanu. La difesa romena, molto stretta, tentava di togliere visuale ai tiratori azzurri. Saliva di tono Gargano, Hamsik era subito protagonista, Lavezzi metteva il turbo e Cavani prendeva fiducia con tanta bella compagnia attorno. Dopo che un bel tiro del Pocho finiva fuori di poco (64’), Hamsik con una grande conclusione da fuori area insaccava il secondo gol azzurro (73’) rifinendo da campione un’azione Maggio-Cavani. C’era tempo per la rimonta. C’era soprattutto il carattere della squadra di Mazzarri a prometterla. La Steaua, indomita, difendeva in massa. Il portiere Tatarusanu doveva compiere due interventi prodigiosi: 81’ chiudendo lo specchio della porta a Lavezzi lanciato in gol da Hamsik, 89’ uscendo sui piedi di Hamsik lanciato a rete da Cavani. Suonavano l’orchestra azzurra i grandi protagonisti. E il pareggio arrivava alla fine di un lungo recupero (sette minuti, tre in più della prima segnalazione a causa di un infortunio al portiere della Steaua). Il Napoli era lanciatissimo a salvare la faccia e il risultato. E toccava a Cavani, all’ottavo gol fra campionato e coppa, di infilare la porta di Tatarusanu (97’) per il pareggio.
Finiva in una bolgia con Lacatus che aggrediva l’arbitro polacco Borski. Sediolini piovevano in campo. L’inizio del match era stato segnato da un tafferuglio fra i tifosi romeni e i mille sostenitori azzurri giunti a Bucarest (lancio di fumogeni napoletani). Proprio un inizio devastante col quarto d’ora della Steaua che annichiliva il Napoli.
Spiegando la formazione di necessità, Mazzarri aveva detto che era il miglior turn-over che potesse proporre (Cannavaro in tribuna, indisponibile). Il fatto è che Yebda e Sosa non hanno ancora il passo della prima squadra e, a centrocampo, Gargano è preso dai turchi. Una nota positiva il rientro di Vitale, non solo per il gol. Il Napoli è ancora in corsa nell’Europa League (il Liverpool ha frenato a Utrecht 0-0). Ma quanto ci tiene il Napoli a questa competizione europea? Per le formazioni “di necessità” che schiera, sembra tenerci poco. Poi, come è successo a Bucarest, i paladini azzurri, lasciando la panchina, suonano le trombe della riscossa e salvano la faccia. E domenica al San Paolo la Roma, che ha riposato due giorni in più. Un’altra impresa scongiurando ulteriori errori?
<strong>Mimmo Carratelli</strong>
Quanto ci tiene il Napoli all’Europa League?
Mimmo Carratelli ilnapolista © riproduzione riservata