di Al CorSera: «Aveva una gran massa di capelli neri. A Napoli mi sentivo uno straniero, mamma gallese e papà napoletano. Ci volevo stare il meno possibi... -

Tananai: «Mi sono sempre rivisto nell’inetto di Svevo. Avevo paura di avere talento ma di non riuscire»
di A La Stampa: «Ora sto meno male quando ricevo insulti sui social. Una volta ne lessi un sacco e mi chiusi in me stesso per due giorni». -

Lo chef Locatelli: «In Italia non avrei mai potuto fare affari, vige il nepotismo, in Inghilterra è diverso»
di Al CorSera: «A Londra iniziai a lavorare nelle cucine del Savoy. Mi bullizzavano, mi dicevano tutti i giorni “fottuto wop”». -

Bebo Storti: «Ho tutti gli album dei calciatori Panini. Alle medie mandavo affanculo i professori»
di A Il Fatto: «Ho recitato in circa 40 film, più le serie tv e gli spettacoli: la metà di tutto questo non lo vedrei mai da spettatore». -

Sergio Rubini: «Mel Gibson un fanatico tirchio. Non volevo accettare i soldi, poi però il meccanico…»
di Al Messaggero: « La fidanzata norvegese mi lasciò per lettera. L'amore l'ho trovato al mio paese. L serie tv? I film sono un'altra cosa» -

Pozzetto: «Jannacci mi fece una puntura per un’intossicazione e se ne andò via ridendo, chissà perché»
di Al CorSera: «Enzo amava le barche. Se ne comprò una di 7 metri e mi invitò a provarla, ma invece che al mare mi portò all’Idroscalo». -

Isabelle Adjani: «Il mio ruolo più difficile è stato essere madre. Non si nasce mamma, lo si diventa»
di Intervista a Io Donna: «Non sono mai scomparsa, mi sono presa cura dei miei genitori malati e di mio fratello, tutti morti dopo anni di sofferenze». -

Branduardi: «La gente non sa che danni fa liquidando la depressione con frasi come ‘non essere triste’»
di A Sette: «Ci sono passato. Ho perso 25 chili, avevo il vuoto dentro. Oggi sto bene, non prendo più psicofarmaci, solo uno stabilizzatore dell’umore»... -

Favino: «Non lavoro mai nei giorni dei compleanni delle mie figlie»
di A Sette: «Quando lavoro non penso di essere io, ma se in un film muoio, mia madre sta male, se nel film ho bisogno di soldi, lo zio chiama per offrire... -

Le conseguenze del rumore. Napoli è la terza città più rumorosa al mondo
di L'impatto sulla salute dell'inquinamento acustico. Complice le cattive abitudini come addormentarsi con la musica nelle orecchie. Stacchiamo la spina -

Kim Rossi Stuart: «Il mio maggior successo? L’incidente in cui rischiai la vita. In Italia conta il gossip»
di A Il Messaggero: «Grazie alla paternità ho imparato ad amare dando tutto me stesso. La vera libertà è dare tutto ai figli» -

Sciarelli: «Le mogli degli inquirenti seguono Chi l’ha visto e chiedono ai mariti di indagare»
di A La Verità: «Siamo un Paese di mostri. Di minacce ne ho avute tante. Mi misero anche la scorta vigilata, che però io non ho mai usato» -

Orietta Berti: «Brass mi voleva nei suoi film. Chiamava e mia madre diceva: “C’è quello dei film sporchi”»
di A La Stampa: «Mi dissero che con quello che avrei guadagnato avrei potuto comprare 4 appartamenti, ma avrei messo in ridicolo Osvaldo» -

Concato: «Rosalina era una compagna di giochi. Pesava 90 chili, una bellezza speciale. Adesso è magra»
di Al Corsera: «Era simpatica, gioviale intelligente. Si illudeva di dimagrire con la bici. La mia voce? Quando parlo assomiglia a quella di Paperino». -

«Mike Bongiorno ha avuto una vita complessa. “Allegria” era il suo modo per esorcizzare le difficoltà»
di Il figlio Nicolò a Libero: «È sempre stato un uomo generoso. In tutti i suoi quiz c’era una parte che veniva devoluta ad associazioni od enti benefici... -

Andrea Roncato: «Villaggio faceva impazzire i camerieri. Ordinava 32 maccheroncini o 122 chicchi di riso»
di Al CorSera: «A volte si fingeva in bolletta. Non era tirchio, si divertiva così. Moana Pozzi sapeva parlare di tutto, dal calcio alla filosofia». -

Parisi: «È più facile vincere il Nobel che installare dei pannelli solari in un condominio»
di A La Repubblica: «Ho proposto di sfruttare il superbonus. La mia richiesta non è passata per colpa di resistenze, complicazioni e burocrazia». -

Panariello: «Per anni mi sono sentito in colpa per la morte di mio fratello. Sono stato fortunato, lui no»
di A Il Messaggero: «Nel cinema bisogna farsi vedere, andare alle feste giuste, camminare sui red carpet. Io non lo so fare. E pago il peccato di essere ... -

«Franco Franchi e Ciccio Ingrassia erano così poveri che si dipingevano i calzini finti sulle caviglie»
di Giampiero Ingrassia a Il Fatto: «I critici li hanno massacrati, gli stessi che anni dopo li hanno esaltati. La morte di Franco fu una brutta botta». -

«Napoli ha un’identità debole. I napoletani si guardano attraverso lo schermo dei cliché»
di Il CorMez intervista il critico e saggista Filippo La Porta: «Dovrebbero comprarsi un paio di occhiali e rimettere a fuoco le cose intorno». -