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Tananai: «Mi sono sempre rivisto nell’inetto di Svevo. Avevo paura di avere talento ma di non riuscire»

A La Stampa: «Ora sto meno male quando ricevo insulti sui social. Una volta ne lessi un sacco e mi chiusi in me stesso per due giorni».

Tananai: «Mi sono sempre rivisto nell’inetto di Svevo. Avevo paura di avere talento ma di non riuscire»

La Stampa intervista Tananai, all’anagrafe Alberto Cotta Ramusin. Ha 27 anni, arrivato ultimo allo scorso Festival di Sanremo ha avuto un anno ricco di successi, culminato, la scorsa estate, con “La dolce vita“, canzone cantata con Fedez e Mara Sattei.

«Sono contento del successo che sto avendo, ma adesso ho molte più ansie. Sto meno bene di quando non avevo nulla da perdere. È difficile riuscire a trovare se stessi all’interno di un contenitore che ti sbatte da una parte all’altra. Sono circondato da yes-man, che mi danno sempre ragione. Ma in realtà non è che da un giorno all’altro ho ricevuto l’illuminazione. Mi domando: la mia vita sta cambiando in un modo che non riuscirò a metabolizzare in musica?».

Gli viene chiesto se riceve insulti online. Tanani risponde:

«Succede. Ci sto male, ma ora meno. Una volta ne ho letti un sacco e mi sono chiuso in me stesso per un paio di giorni. L’avevo presa molto male. Adesso non rimango indifferente, però ho fatto pace con l’idea che non si può piacere a tutti».

In passato ha raccontato che alle medie lo bullizzavano.

«Mi hanno chiamato “ciccione” tante volte. Ma non è giusto dire che certe persone sono cattive. Le persone vanno educate. Bisognerebbe parlare di bullismo nelle scuole, trattare l’argomento nella maniera giusta sui social e in tv».

Si racconta come profondamente insicuro.

«Sono insicuro, ma sul palco non si percepisce perché comunque mi piace stare al centro dell’attenzione. Mi sono sempre rivisto nell’inetto di Svevo. La mia paura più grande era essere una persona con del talento, ma non riuscire a causa di limiti personali o dettati dal tempo. Lo Zeitgeist, lo spirito del tempo, è importante. Tanti artisti meritano più successo di quello che hanno, ma semplicemente non è il giusto momento storico».

 

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