La Lazio di Sarri cerca di arrangiarsi, non di giocare (Corsport)
Ha perso 4 partite su 7: non è allo sbando ma non si ritrova, non si riconosce, nonostante sia arrivata seconda lo scorso anno

Roma 27/08/2023 - campionato di calcio serie A / Lazio-Genoa / foto Image Sport nella foto: Maurizio Sarri
La Lazio di Sarri ha perso quattro partite su sette in campionato. Il club di Lotito ha perso a Lecce, in casa contro il Genoa, a Torino con la Juventus e ieri a Milano contro il Milan. Scrive il Corriere dello Sport con Alberto Polverosi:
Dopo la vittoria sul Torino, la Lazio è tornata indietro. Anche nel primo tempo, quando era ben dentro la partita, faticava tanto a mettere insieme l’azione pericolosa. Faticava troppo se si considera quello che invece capitava nella stagione scorsa, quando la manovra nasceva limpida e piena d’armonia. Castellanos non è Immobile, ma si sapeva, così come Guendouzi e Kamada non arrivano alla statura di Milinkovic. Però i dati sono ancora più brutti, più preoccupanti, la Lazio ha perso già 4 partite nelle prime 7 giornate, ha 7 punti in meno, segnato 6 gol in meno e ne ha subìti 5 in più dell’anno scorso. E’ una squadra che è arrivata seconda nell’ultimo campionato, ora siamo di fronte a una squadra che non si ritrova, non si riconosce. Non è allo sbando, ma cerca di arrangiarsi non di giocare, non di imporsi. E non ce la fa lo stesso.
In conferenza ieri sera Sarri ha detto:
«Noi non siamo una grande squadra e non potevamo considerarci tali neanche l’anno scorso. Contro il Milan la cilindrata è diversa: abbiamo perso per due sgasate di uno che va a 35 chilometri all’ora. Oggi ho visto una squadra che, rispetto alle precedenti sfide col Milan a San Siro, ha giocato con più personalità. Il primo tempo abbiamo fatto meglio di loro, entrando negli spazi in superiorità o in parità numerica per una decina di palle gol, tirando delle ciofeche da cui non abbiamo cavato fuori niente. Abbiamo sofferto per 15 minuti, ma questo è normale. Poi non mi è dispiaciuta la reazione: un minuto prima del gol del 2-0 il miracolo di Florenzi salva il risultato. Siamo vittime di un cocktail micidiale: tre trasferte Napoli, Juventus e Milan io non le ho mai visto fare a nessuno. La classifica non è da guardare ora e la cosa prevede mesi di partite».
Quanto è difficile confermarsi dopo l’anno scorso?
«Era prevedibile che sarebbe stato difficile. La strada intrapresa sembra quella giusta, ma non sarà facile tirarsi fuori da una situazione brutta di classifica. Vediamo se piano piano riusciamo a risalire rimettendo nel mirino qualche zona europea».
«Nell’ultima giornata di campionato abbiamo avuto tra le 40 e 50 lesioni muscolari. Non ho sentito un comunicato da parte dell’associazione allenatori a difesa dei propri iscritti. Questi ragazzi stanno andando al macello. Il calcio ormai purtroppo è questo. Perché negli anni ‘80 e ‘90 uno che giocava in Serie C giocava 10 anni ed era a posto per tutta la vita. Ora se giochi 10 anni in Serie C la mattina probabilmente devi andare a lavorare e appena smetti devi andare a fare domanda alle Poste o qualche altro istituto. Quindi tutto questo circolo di soldi che la gente dice di immettere nel calcio viene immesso nel calcio per 30-50 giocatori, ma solo per loro».
Ha già giocato contro Juve e Milan: come sono queste due squadre?
«A gennaio il Milan era in difficoltà. Il Milan di oggi era un Milan più energico: è imparagonabile rispetto all’anno scorso. Secondo me la squadra più forte è l’Inter, però la Juve gli può stare vicino perché è senza le coppe, ma non è matematico perché hai giocatori servono stimoli e senza la Champions… Lotta a quattro anche con Milan e Napoli, ma la più forte è l’Inter».
A cosa potete puntare tra campionato e Champions?
«Non lo so a cosa possiamo puntare in Europa, l’unica cosa che possiamo fare è passare il girone… Magari avremo un po’ di fortuna nel sorteggio. A Napoli arrivai primo nel girone e pescammo il Real Madrid come seconda. La Champions è difficilmente prevedibile, anche se poi alla fine arrivano sempre gli stessi. Però possiamo far bene in campionato: la Champions per noi è un lusso, ma la vita ce la giochiamo in campionato».
Tu hai avallato il mercato della Lazio?
«È difficile rispondere. Io sono partito da altri nomi, poi ho detto sì ad altri giocatori. I giocatori che avevo indicato io sai benissimo che non sono arrivati, quindi devo fare con quello che ho a disposizione. Ma nel 95% dei casi un allenatore ti darebbe sempre la stessa risposta».