Rudi Garcia, quando Pallotta disse: «Sarà l’Alex Ferguson della Roma» (L’Equipe)

Il quotidiano francese ripercorre l'esperienza romana: dall'esordio esplosivo all'esonero nel terzo anno complice gli infortuni a Dzeko e Salah

Rudi Garcia e le coppe europee

As Roma 16/09/2015 - Champions League / Roma-Barcellona / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Rudi Garcia

L’Equipe ha ripercorso il cammino di Rudi Garcia in Serie A. De Laurentiis lo ha scelto come allenatore del Napoli, preferendolo a Galtier per la successione a Spalletti. Ancora una volta i destini dei due allenatori si incrociano in Serie A. Il tecnico di Certaldo lo sostituì quando fu esonerato dalla Roma. Ma Garcia, prima di quel triste epilogo, aveva fatto piuttosto bene in giallorosso con due secondi posti consecutivi.

Scrive il quotidiano francese:

Rivelatosi con il Le Mans (2007-2008), artefice della magnifica doppietta Campionato-Coupe de France con il Lille (2011), Rudi Garcia è la sorpresa della Roma nell’estate del 2013. Arriva in un momento teso con la tifoseria. Mazzarri e Allegri rifiutarono l’incarico. Gli esordi di Garcia, arrivato insieme a Frédéric Bompard e Claude Fichaux come assistenti, furono notevoli e fugarono ogni perplessità: dieci successi di fila (24 gol fatti, uno subito), e un temperamento che piacque ai tifosi“.

Nella Roma del primo anno di Garcia, i campioni di certo non mancavano. Imbattuto per 17 partite, la Roma vinse anche il derby dopo la sconfitta in finale di Coppa Italia. Dopo la vittoria contro la Lazio, Garcia pronunciò la frase che lo ha sempre caratterizzato:

«Abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio. Volevo dire ai tifosi che sono uno di loro. Oggi mi sento romanista!».

Poi però iniziarono i primi problemi. Nonostante la sconfitta contro la Juventus, Pallotta (ex presidente della Roma) rinnovò la sua fiducia al tecnico francese:

«Mi piace come gioca la squadra. Ho scelto Garcia perché volevo un allenatore che facesse parte di un progetto, che potesse restare almeno dieci anni. Sarà il nostro Alex Ferguson».

La Roma conquistò la Champions. Seconda davanti al Napoli, terzo miglior attacco, seconda miglior difesa e record di punti per i giallorossi:

Garcia passò da enigma ad allenatore amato. Nell’estate 2014 il club romano spese circa 100 milioni di euro per Iturbe, Nainggolan (che era stato ceduto in prestito con opzione di riscatto dal Cagliari), Manolas, Doumbia e anche Yanga-Mbiwa, perdendo Benatia e arruolando Seydou Keita, libero. In Champions pescò Cska Mosca, Manchester City e Bayern Monaco. La Roma ripartì bene in Serie A, ma venne umiliata in casa dal Bayern di Guardiola (1-7) e chiuse al terzo posto nel girone“.

Non andarono bene né l’Europa League né la Coppa Italia. In campionato ancora secondi. Alla sua terza stagione, la società gli regalò Dzeko, Salah, Rudiger e Digne. Ma Garcia non riuscì a godersi i nuovi acquisti:

Il tecnico francese, cui erano stati imposti preparatori fisici americani, non li vedrà (per infortuni, ndr). Venne esonerato e i suoi meriti vennero spazzati via a inizio gennaio 2016, quando era quinto a cinque punti dal terzo posto ma in un brutto momento (un successo in dieci partite inclusa l’eliminazione dalla Coppa Italia contro lo Spezia allora in Serie B) e con un piano di gioco meno chiaro“.

Pallotta esonerò Garcia e al suo posto chiamò Spalletti. Con la Roma aveva un record di 53 vittorie, 25 pareggi e 14 sconfitte, compreso il 56,8% di successi in Serie A:

«Abbiamo passato momenti positivi insieme, ma pensiamo che sia il momento giusto per cambiare».

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