Il boss italo-brasiliano dei supermercati che vuole mandare Neymar in galera

Il campione a processo per frode in Spagna. Sul New York Times la storia dell'intricato passaggio dal Santos al Barça, con le accuse di Delcir Sonda

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Rio De Janeiro (Brasile) 10/07/2021 - Coppa America / Argentina-Brasile / foto Imago/Image Sport nella foto: Neymar

A Barcellona è iniziato il processo a carico di Neymar, che è accusato di frode e corruzione e rischia 5 anni di carcere. Il fuoriclasse brasiliano del Psg, è sotto accusa per il suo passaggio dal Santos al Barcellona nel 2013 per 57,1 milioni di euro. Secondo le accuse della DIS, la società di investimento brasiliana che all’epoca deteneva il 40% dei diritti del calciatore, le cifre del trasferimento sarebbero più alte, per il fisco spagnolo addirittura il passaggio sarebbe invece costato 107 milioni, bonus compresi. In giudizio, oltre al calciatore, sono stati citati anche i suoi genitori, i due club, gli ex presidenti Bartomeu e Rosell (Barcellona) e Rodrigues (Santos). Oltre a Neymar, davanti al tribunale di Barcellona sono comparsi Bartomeu e Rosell. I pm spagnoli dovrebbero chiedere 2 anni di reclusione per il giocatore e una multa di 10 milioni di euro, 5 anni di carcere per Rosell e una multa di 8,4 milioni di euro al Barcellona e 1,4 per il Santos.

La storia dietro questo processo la racconta nel dettaglio il New York Times, che ha parlato con l’uomo che di fatto scoperto Neymar e ci ha investito. E che adesso gli fa causa: Delcir Sonda.

Sonda ricorda ancora il momento in cui l’ha visto per la prima volta, aveva 11 anni circa, giocare per strada: “Era completamente diverso dagli altri. Ma non avrei mai immaginato che un giorno questo ragazzo sarebbe diventato il mio giocatore”.

Secondo Sonda Neymar, i suoi genitori, due delle sue ex squadre e diversi importanti dirigenti di calcio sono architetti di un piano elaborato che lo ha truffato per decine di milioni di dollari.

“Ma il caso – scrive il Nyt – riguarda anche le promesse non mantenute, il cattivo sangue e il lato oscuro di un mercato da 7 miliardi di dollari l’anno in cui le squadre di calcio più ricche del mondo, aiutate da una rete di agenti, intermediari e investitori, scambiano giocatori come merci: multimilionari valutazioni in dollari fatte di carne e sangue e sogni”.

Sonda, scrive il quotidiano, non ha davvero bisogno di soldi, lo ha ammesso stesso lui, “e non sembra interessargli particolarmente se Neymar e i suoi genitori finiscono in prigione, o se il processo interrompe la corsa del Brasile ai Mondiali. Tutto ciò che vuole è la verità”.

“Il Santos era in difficoltà nel 2009. Aveva un disperato bisogno di un afflusso di denaro, tanto, per mantenere Neymar, allora 17enne, abbastanza a lungo da stupire il pubblico a Vila Belmiro, mentre negoziava la vendita dei suoi diritti per l’enorme profitto che sapeva avrebbe portato. Il Santos temeva di perdere l’adolescente Neymar prima ancora che avesse giocato una partita in prima squadra. Il padre del giocatore, Neymar Sr., quando Neymar aveva solo 14 anni lo aveva portato al Real Madrid in Spagna per un mese di allenamento”. Insomma era sul mercato, sotto gli occhi di tutti.

Il Santos offrì a Neymar il controllo del 40 percento dei suoi diritti economici in cambio di un po’ più di tempo. Il club aveva anche un acquirente per quei diritti: Sonda, che con suo fratello aveva accettato di pagare 5 milioni di reais, quindi circa 2 milioni di dollari, a Neymar e alla sua famiglia per il 40 percento in offerta.

“Sono diventati ricchi dalla notte al giorno”, dice detto Sonda al New York Times,

I Sonda sono nipoti di emigrati italiani, lui e i suoi cinque fratelli hanno fondato un impero di supermercati cominciando fornitori locali di fagioli. Hanno aperto il primo supermercato nel 1974. Oggi ce ne sono 40, parte di un’azienda che impiega più di 15.000 persone. Sonda e suo fratello Idi hanno deciso di diversificare nel calcio nel 2004, fondando la DIS.

Per Sonda, il primo sentore che qualcosa non andava è arrivato circa un anno dopo che Neymar aveva iniziato a giocare per la prima squadra del Santos. Nel 2011 ha iniziato a notare la presenza di altri ospiti alle cene di famiglia, tra cui Pini Zahavi, l’agente israeliano noto per aver mediato alcuni dei più grandi scambi del calciomercato. “Ha iniziato ad apparire perché voleva portarlo in Inghilterra”.

Già nel 2011 “le squadre europee, incluso il Real Madrid, erano disposte a pagare fino a 70 milioni di euro per Neymar. Quel tipo di commissione avrebbe significato quasi 30 milioni di euro per la DIS, con un ritorno di 15 volte dell’investimento iniziale.

Neymar Sr. e un gruppo di agenti si sono assicurati incontri con alcune delle squadre più grandi del mondo: il Chelsea, il Bayern Monaco, il Real Madrid. “Dietro le quinte, però, in un accordo di cui né il Santos né la DIS sarebbero stati a conoscenza fino ad anni dopo, Neymar Sr. e il Barcellona avevano già chiuso l’affare: il club avrebbe pagato immediatamente 10 milioni di euro a una società fondata dai genitori di Neymar, e poi altri 30 milioni una volta che Neymar avrebbe firmato con il Barcellona alla fine del suo contratto con il Santos nel 2013. Con una clausola penale da 40 milioni per evitare che i Neymar cambiassero idea”.

Nella primavera del 2013, il Santos accettò di vendere i diritti di Neymar al Barcellona al prezzo scontato di 17,1 milioni di euro (circa 22,5 milioni di dollari all’epoca). Alcuni accordi accessori hanno leggermente addolcito l’accordo e il prezzo pieno per Neymar – più di 100 milioni di dollari – è emerso solo dopo che un membro del Barcellona ha portato il club in tribunale. Ma poiché nessuno dei pagamenti segreti del Barcellona alla famiglia di Neymar faceva parte del prezzo di trasferimento ufficiale, la società di Sonda è stata tagliata fuori da quella che dice fosse la sua quota legittima. Alla fine, la DIS ha ricevuto solo 6,8 milioni di euro.

“In un’udienza preliminare a Madrid nel 2016, Neymar ha affermato di non conoscere Sonda.

I funzionari del Barcellona si sono rivolti più volte a lui nel corso degli anni per cercare di risolvere la controversia e si sono persino recati a casa sua. Ma li ha sempre respinti. “Avrei potuto accettare i loro soldi, ma non è importante”, ha detto. “Ho bisogno di sapere cosa è successo”.

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