Sacchi: «La Nazionale del 94 vittima della politica, alcuni partiti ordinavano di parlarne male»

«Fu una vergogna. Per questo non fummo nominati cavalieri del lavoro». Ce l'ha anche con l'ex presidente della Repubblica Scalfaro?

sacchi su napoli-juve

Arrigo Sacchi ha visto 5 film in 27 anni, dice. Un’ossessione, il calcio. Faceva la formazione pure quando sceglieva le coppie per le camere in hotel, li metteva insieme per ruolo.

“Da allenatore, non sempre facevo il giro dell’albergo per vedere se i ragazzi erano a letto. Ogni tanto prima delle partite andavo nelle camere per ribadire concetti, dare coraggio e chiarezza. Per risparmiare le visite, avevo messo i due difensori centrali nella stessa camera, i due attaccanti nella stessa camera, e così via”.

Racconta questo ed altri aneddoti a Rai Radio2, nel corso di “I Lunatici”, in intervento ripreso da Dagospia.

“Mi sposai, iniziai a condurre una vita regolare, ma la squadra della cittadina in cui io abito stava retrocedendo e mi chiesero se andavo a giocare. Ci salvammo. Avrei dovuto giocare anche l’anno dopo, ma d’estate mi venne un gran male alla schiena. E allora il dirigente tecnico di questa squadra, il bibliotecario di Fusignano, mi disse di fare l’allenatore. Risposi che non ero capace, lui fu insistente. Dopo un mese parlavo già come gli allenatori. Si chiamava Alfredo Belletti. Andai da lui chiedendogli di comprare un libero. Lui mi rispose che se fossi stato un bravo allenatore, il libero l’avrei costruito con le idee e con il lavoro. Mi fece capire tutto. Vincemmo il campionato, e pensai che vincere fosse la cosa più semplice del mondo. Non è così”.

Da ragazzino sentivo tanti stranieri parlare di Italia e dire solo pizza, spaghetti, mafia e catenaccio. Io ho deciso di provare a togliere il catenaccio, nel mio piccolo. Nel dizionario internazionale del calcio c’erano solo due parole italiane, che erano catenaccio e libero. Ma con queste parole vai vicino al passato, non al futuro. Prendere delle scorciatoie ti fa regredire, mentre gli altri avanzano. In nazionale convocai 120 giocatori per sceglierne 20 e mi criticarono. Ma io guardavo per prima cosa la persona, la sua etica, il suo impegno, il suo approccio al collettivo. Pensate sia facile trovarne in Italia 20 su 100?”.

Sacchi dice che il secondo posto a Usa 94 è un “caso politico”, se ne parla poco perché la Nazionale andava denigrata. Il riferimento è ovviamente al suo passato berlusconiano (almeno in quanto dipendente). E c i viene un sospetto: ce l’ha anche con l’ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro?

Si parla poco del nostro secondo posto ed è un fatto politico. È una vergogna. Siamo arrivati secondi ai rigori, oltre oceano, dove le squadre europee non hanno mai vinto. Alcuni partiti all’epoca dicevano di parlare male della Nazionale. Noi non siamo cavalieri del lavoro anche per questo. Abbiamo perso ai rigori. Se rifarei giocare Baggio nella finale? Io ero l’allenatore e avevo uno staff di medici. E di preparatori atletici. Se loro mi dicevano che poteva giocare, io lo facevo giocare. Non ho nemmeno un rammarico”.

Na ha parlato spesso, e torna sul suo rapporto con lo stress:

“Sono stato 27 anni in compagnia dello stress, l’ho governato e mi ha dato un plus valore per 27 anni, quando ho visto che non lo governavo più, e fu dopo una vittoria che non mi fece provare nessuna gioia, capii di essere arrivato. E mi sono ritirato. Ero ancora giovane. Io ho passato 27 anni in cui avrò visto cinque film in tutto. Ho dato la vita al calcio e il calcio mi ha ripagato di emozioni impensabili che io potessi avere”.

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