ilNapolista

Barazzutti sullo scambio Sinner-Tsitsipas: «Jannik non aveva certezze e non è il tipo da reazioni esagerate»

Alla Gazzetta: «Questo non vuol dire che sia una persona arrendevole, anzi. Forse con tutta questa tecnologia, gli arbitri stanno perdendo un po’ l’occhio».

Barazzutti sullo scambio Sinner-Tsitsipas: «Jannik non aveva certezze e non è il tipo da reazioni esagerate»
Italy's Jannik Sinner waves his towel as he leaves the court after his Monte Carlo ATP Masters Series Tournament semi final tennis match against Greece's Stefanos Tsitsipas on the Rainier III court at the Monte Carlo Country Club on April 13, 2024. (Photo by Valery HACHE / AFP)

L’ex tennista Corrado Barazzutti ha rilasciato alla Gazzetta un’intervista su quanto accaduto a Jannik Sinner nel match di Monte Carlo contro Stefanos Tsitsipas. Il greco aveva commesso un doppio fallo, ma la giudice arbitro non se ne accorge, non chiama la palla fuori, si gioca, e il punto non viene dato all’altotesino.

Barazzutti: «Sinner non è il tipo da reazioni esagerate. Se non si è fermato, significa che forse non era sicuro»

Ci ricorda la storia del segno cancellato allo Us Open 1977?

«Era un caso diverso da quello di Sinner. Durante uno scambio, Connors aveva tirato un rovescio verso l’esterno, palesemente fuori e non visto dal giudice di linea. Io non ho proseguito lo scambio e ho chiamato l’arbitro a controllare. Ma mentre ero girato di spalle aspettando il giudice, Connors arrivò nella mia parte di campo e cancellò il segno passandoci sopra».

Tsitsipas ha sollevato il trofeo di Montecarlo…

«In questo caso, Jannik non ha fermato il gioco e purtroppo se si prosegue lo scambio, non è più possibile chiamare l’arbitro e far controllare il segno».

Come interpretare la decisione di Sinner di non fermarsi?

«Probabilmente non aveva la certezza matematica che fosse fuori. Poi, a gioco fermo, tutto è apparso più chiaro. Jannik non avrebbe avuto motivo di polemizzare non avendo fermato il gioco. Sono cose che nel tennis possono accadere. Il suo carattere non lo porta ad avere reazioni esagerate; questo non vuol dire che sia arrendevole, perché è sempre un gran combattente in campo».

Dal prossimo anno ci sarà occhio di falco anche su terra:

«Ha un margine di errore di tre millimetri, per questo non è mai stato usato sul rosso, visto il segno evidente della palla. Per il cemento è molto più chiaro e in molti tornei c’è addirittura la chiamata automatica. Forse con tutta questa tecnologia, gli arbitri stanno perdendo un po’ l’occhio».

ilnapolista © riproduzione riservata