«Quando giravo Lo spazio bianco ho assistito a scippi, sparatorie, atti di violenza, come succedono anche a Roma, ma a Napoli, non sapendo nulla, i primi giorni ero un po’ confusa»

Margherita Buy domani sarà a Napoli, per la prima volta da regista. Presenterà Volare, il film nato dalla fobia personale di viaggiare in aereo: alle 16,30 al Cinema America, alle 18,50 al Metropolitan. Ne ha parlato al Corriere del Mezzogiorno
E ha trovato il coraggio di passare dietro la macchina da presa.
«È andata così, non è stata una scelta preordinata. Avevo voglia di raccontare quello che mi era capitato, come con sorpresa e divertimento, avevo cambiato il mio modo di vedere una certa paura. Con Doriana Leondeff e Antonio Leotti abbiamo scritto un testo in cui la protagonista si trova a condividere il suo terrore con un gruppo di sconosciuti. L’incognita più grossa restava una: dirigere gli attori, essendo io stata sempre e solo diretta. Ho invece avuto una grande adesione emotiva e umana da tanti attori bravi, che conoscevo da prima e volevo fortemente (tra gli altri Anna Bonaiuto, Elena Sofia Ricci, Francesco Colella, Roberto De Francesco, Maurizio Donadoni, Pietro Ragusa, Caterina De Angelis, figlia nella vita e nel film ndr ):a loro è piaciuta subito la sceneggiatura che è un fondamentale punto di partenza come ho sperimentato mille volte. Non sto facendo i complimenti a me eh…».
È vero che quando ha girato «Lo spazio bianco» di Cristina Comencini, tratto dal romanzo di Valeria Parrella, aveva anche un po’ paura di Napoli?
«Sì, non lo nego: ho assistito a scippi, sparatorie, atti di violenza, come succedono anche a Roma del resto. Solo che lì so come reagire, conosco i luoghi e i pericoli. A Napoli, non sapendo nulla, i primi giorni ero un po’ confusa: giravamo tra via Duomo, via Marina e altre zone non semplicissime; poi ho conosciuto meglio la città anche nella sua vita vera, per niente edulcorata, dagli ospedali ai mercati, e mi sono trovata benissimo. La paura è stata infine controbilanciata da momenti di grande felicità. Anche in seguito, quando sono andata in scena al teatro Diana: il pubblico era così carino e competente da creare un flusso di affetto unico»
La Buy racconta cosa le piacerebbe racconta di Napoli ora che l’ha conosciuta meglio
«Racconterei la Napoli di chi non è di Napoli, tra paure e meravigliose sorprese: quello che è successo a me, praticamente. Di certo vorrei tornare a in città come attrice, quello è un desiderio più nitido».
Poi tira fuori la sua passione per il cinema e un’insospettato amore per Totò
Film napoletani di culto? «Quelli di De Sica che hanno formato il mio immaginario».
Attore\attrice? «Amo alla follia Totò, è per me una fonte di grande ispirazione: mi piacerebbe — magari! — essere un Totò femmina».