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In Francia il cortometraggio che denuncia la tossicità dei genitori dei calciatori. Lo chiamano “Progetto Mbappé”

Su “Le Parisien”. Il nome ufficiale è “Progetto 2036”. Il regista: «Stiamo lanciando un segnale, vogliamo che se ne parli»

In Francia il cortometraggio che denuncia la tossicità dei genitori dei calciatori. Lo chiamano “Progetto Mbappé”
2023 archivio Image / Calcio / Paris Saint Germain / Kylian Mbappe / foto Imago/Image Sport ONLY ITALY

Ufficialmente si chiama “Progetto 2036“, ma in Francia viene chiamato anche con il nome di “Progetto Mbappé“. Si tratta di un cortometraggio del regista Nicolas Khamsopha, che denuncia la tossicità dei rapporti tra genitori e bambini nel mondo del calcio.

Il film denuncia sui comportamenti ossessivi dei genitori, lo chiamano “Progetto Mbappé”

Ne parla il giornale francese Le Parisien:

Il suo film avrebbe potuto chiamarsi “Progetto Mbappé” . «Ma sicuramente avrei avuto problemi con la famiglia come Mohamed Henni (l’influencer marsigliese che ha avuto dei problemi per un hamburger riferito all’attaccante del Psg)», ride Nicolas Khamsopha, regista del cortometraggio ‘Project 2036’. Parla di un fenomeno che sta crescendo sempre di più tra i genitori, chiamato ‘Progetto Mbappé’.

«Io sono qui solo per una cosa, vederlo tra i professionisti nel 2036», dice l’attrice Isabelle Vitari, che interpreta il ruolo della madre, durante il film. Il cortometraggio racconta la storia di Rayanne, 8 anni, maglia del Psg con Kylian Mbappé sulla schiena, costretto a svolgere allenamenti molto pesanti su ordine del padre. Con il cellulare la mamma non perde un secondo (ndr dell’allenamento) e posta tutto su TikTok. Un giornalista locale viene anche ad intervistare il bambino che viene visto come un fenomeno dai suoi genitori che poi vediamo litigare… Capiamo che dopo aver visto fallire le rispettive carriere sportive, ora ripongono tutte le loro speranze nel figlio.

«Volevo mostrare principalmente i genitori e meno il bambino. Sono i genitori che comunicano tra loro. Al bambino non importa. È il progetto dei genitori», spiega il regista.

Ma queste scene non sono solo finzione e frutto dell’immaginazione del regista. I giovani vivono sempre di più esperienze del genere ovunque in Francia. La prospettiva di cambiare la propria vita grazie ai successi sportivi del proprio figlio spinge i genitori a oltrepassare i limiti.

«Volevo mostrare la loro tossicità che genera comportamenti ossessivi», continua Nicolas Khamsopha.  «Con questo cortometraggio spero di riuscire a sensibilizzare e inviare dei messaggi. Stiamo lanciando un segnale perché se ne inizi a parlare. Ho scritto il film ad aprile, l’abbiamo girato a settembre e volevo farlo uscire velocemente in modo che avesse più impatto perché il soggetto è avvincente».

“Projet 2036” è il quinto cortometraggio di Nicolas Khamsopha, regista trentenne di Yvelines, già più volte premiato. Lo ha prodotto al 50% con la società di Tolosa Atome Fims (budget totale di 12.000 euro). Per la prima volta esplora un mondo che gli sta a cuore: quello del calcio. «È anche una dedica a mio padre che voleva che diventassi un calciatore professionista», sorride. Grande sostenitore del Marsiglia, ​​Nicolas Khamsopha ha giocato dai 6 ai 13 anni al club di Saint-Quentin-en-Yvelines. Per 6 anni ha lavorato come redattore e community manager per il sito Oh My Goal.

Il riferimento a Mbappé è legato alla sua mamma-agente.

Una delle ultime interviste della donna

La mamma di Mbappé: «Non lavoro per mio figlio per meno del 30%, piuttosto vado in pensione alle Maldive»

«Gli ho detto: “Non faccio niente sotto il 30%! Andrò in pensione e farò quello che fanno tutti gli altri: andrò in vacanza alle Maldive, ma non lavorerò per te!”». Le mamme, poi dici. Questa è la madre di Mbappé, Fayza Lamari, considerata la donna più potente del calcio mondiale. Una che fa fa fare anticamera per mesi a Florentino Perez o al Psg. Il messaggio a tanto l’ha figlio l’ha svelato lei stessa nel programma “Envoyé Spécial”, che andrà in onda su France 2 il 18 gennaio.

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