La stoccata sull’Arabia Saudita («ho rifiutato i soldi sauditi»): sarebbe un po’ fesso considerare Mancio ingordo e Spalletti romantico

Mancini opportunista ingordo e Spalletti romantico? Sarebbe un discorso un po’ fesso (Il Giornale)
Ecco cosa ha scritto Riccardo Signori, una riflessione da condividere in toto.
Il Paese dei cuori teneri si abbevera alle parole di Luciano Spalletti, che solitamente non sembra propenso alla ruffianeria. Oggi è il ct di una nazionale che pare tornata a piacere, sul vincere ce ne sarà di strada, ed ha raccontato qualche briciola di storia personale dopo il divorzio dal Napoli. Innanzitutto il gran rifiuto ad offerte di altri campionati e soprattutto degli Emirati Arabi. «Sarei stato remunerato molto bene, ma non era il calcio che mi piaceva. Poi è venuta la chiamata della nazionale e i miei sogni si sono avverati».
Nulla da eccepire, salvo capire. Per esempio, cosa vuol dire «un calcio che non mi piaceva». Il calcio è calcio e tutti sanno che negli Emirati non è gran calcio, salvo portare giocatori di fama come sta accadendo. Voleva forse, il ct, far intendere che Mancini ha scelto i danari abbondanti e lui il pallone dei sogni? Probabile ma non certo. Dunque Mancini opportunista ingordo e Spalletti inguaribile romantico? Sarebbe un discorso un po’ fesso e il nostro ha cervello fino. Certo è che da questa battuta Mancio ne esce male e lui si godrà gli applausi… fino alla prossima sconfitta.
Ma, in tutto ciò, c’è pure una questione di attenzione venuta a mancare: l’appunto sul calcio dei Paesi Arabi può scivolare oltre un innocente discorso calcistico. E il ct della nazionale ha il dovere di stare attento alle parole in libertà. Che poi sia bravo ad allenare, pensare e filosofare, è dato di fatto. Ma ogni tanto meglio fermarsi. Senza dimenticare che, ancor prima dei saluti di Mancini, un mondo lo vedeva futuro ct. C’è voluto poco perché augurio e certezza da intenditori andassero a buon fine.
Il ct della Nazionale, Luciano Spalletti, è intervenuto a Casa Italia, in onda su Rai Italia e Rai Play:
«Il mio sogno era di diventare un calciatore importante. Poi siccome ero uno scarso, non ce l’ho fatta. Io non mi accontento quando faccio qualcosa e quando ho fatto l’allenatore in Italia e sono arrivato quarto e quindi in Champions League non mi sono accontentato. Dentro i miei pensieri io volevo arrivare primo. Io ho sempre lottato per arrivare primo. Da allenatore ora ho acchiappato il sogno della mia vita. Anche io ho visto l’Italia da lontano quando allenavo lo Zenit di San Pietroburgo e avrei potuto continuare a farlo perché finita la fantastica esperienza a Napoli mi sono arrivate proposte dagli Emirati Arabi e da altri campionati, nei quali sarei stato remunerato molto bene. Ma non era il calcio che mi piaceva. Avevo deciso di fare questa stagione così, passandola a documentarmi e a poter valutare bene a che livello era il nostro calcio e imparare dai colleghi. Poi è venuta la chiamata della Nazionale e i miei sogni si sono avverati. Ora dobbiamo essere all’altezza dei sogni».