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Noah è diventato tennista perché Arthur Ashe segnalò quel bambino africano alla federtennis francese

A La Stampa un’anticipazione del suo libro. Racconta quell’incontro a 11 anni: «Non avevo mai visto un nero vestito di bianco»

Noah è diventato tennista perché Arthur Ashe segnalò quel bambino africano alla federtennis francese
Former French tennis player and singer Yannick Noah looks on during the inauguration of a fresco retracing his life, on the occasion of the 40th anniversary of his victory at Roland Garros in 1983, on day one of the Roland-Garros Open tennis tournament in Paris on May 28, 2023. It's been 40 years since a French player last won the men's singles title at Roland Garros and Yannick Noah's 1983 achievement is unlikely to be matched this year when the second major of the season starts on May 28, 2023. (Photo by Anne-Christine POUJOULAT / POOL / AFP)

Yannick Noah è il primo tennista nero e l’ultimo francese ad aver vinto il Roland Garros. A distanza di quarant’anni, oggi esce il suo libro “1983”, scritto in collaborazione con Antoione Benneteau.

La Stampa riporta degli stralci tratti dal libro in cui Noah racconta della sua infanzia in Africa, dove ha iniziato a giocare a tennis, e soprattuto del suo mito Arthur Ashe. Ashe arriva a Yaoundé nel febbraio del 1971, per delle esibizioni che avevano lo scopo di promuovere il tennis in Africa. Yann ricorda così il giorno del suo arrivo:

«Era la prima volta che vedevo un nero con un vestito davvero bianco. E veniva a giocare nel mio club! Non ci credevo. Anche Arthur era molto sorpreso di vedere un piccolo meticcio che giocava a tennis, perché effettivamente tutti i ragazzi che giocavano erano bianchi. Ero il più piccolo dei partecipanti: gli altri dovevano avere 15, 16 anni, e io non ne avevo più di 11. Quando arrivo in campo, sento che dice: ‘Ehi! Il piccolo, qui, bisogna farlo giocare!’. E visto che sapevo il fatto mio, appena colpisco la prima palla il pubblico comincia a urlare. Arthur era così felice: aveva scoperto un ragazzino in Africa! Alla fine mi regala la sua racchetta».

Arthur Ashe poi chiamò Philippe Chatrier, allora presidente della federtennis francese e gli chiese di occuparsi del piccolo Yannick Noah. I due poi hanno giocato insieme in doppio a Wimbledon, nel 1977. Quando Yannick ha vinto il suo primo titolo in Championship series, ha fatto visita a Richmond, città natale di Arthur Ashe. Quando nel 1982 Yannick gioca la sua prima finale di Coppa Davis, Arthur è il capitano degli Stati Uniti e siede sulla panchina opposta.

Quando Yannick ha vinto il Roland-Garros nel 1983, Arthur Ashe, allora consulente per Hbo, ha intervistato Yannick sul campo.

«Si vedeva già in campo, perché andavo a cercarmeli i punti, spesso sotto rete, era spettacolare. Uno scambio che dura quaranta palle è noioso. Anche se i colpi sono sempre più forti! Almeno con me gli scambi erano corti. Il pubblico si divertiva un po’. Questo stile di gioco non esiste piu. Credo di essere l’ultimo ad aver vinto il Roland con le volée. Prima di me uno che attaccava era Adriano Panatta, credo. Era divertente vedere i giocatori tuffarsi, fare dei lob, attaccare  in controtempo. Prima di ogni punto non sapevi mai quello che sarebbe successo. Oggi è bum, bum, dieci centimetri dentro, dieci centimetri fuori. I ragazzi sono diventati molto molto forti, ma e una gran noia. E il gioco a essere noioso, non i ragazzi (…). Il mio corpo ha sessantadue anni ma la mia testa…Tra qualche anno mi ritroverò con i tubi nel corpo. Allora ne approfitto»

 

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