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“Il Tramadol è come l’eroina”, l’assocalciatori inglese scrive a cinquemila calciatori: «State attenti»

Lo usano di nascosto. Dal 1° gennaio sarà doping. La Wada ha avvisato del divieto 14 mesi fa, per dare ai dipendenti il tempo per uscirne

“Il Tramadol è come l’eroina”, l’assocalciatori inglese scrive a cinquemila calciatori: «State attenti»

La settimana scorsa tutti i calciatori in Inghilterra e Galles hanno ricevuto un’e-mail dall’Associazione Calciatori Professionisti che li avvertiva: state attenti al Tramadol, è una droga. È come l’eroina.

Il Tramadol è un un antidolorifico molto usato tra i calciatori, spiega The Athletic che alla questione ha dedicato un lungo reportage. Porta dipendenza, e viene definito come “il male” da chi non riesce più a farne a meno. Non è la prima volta che si parla di calciatori dipendenti da antidolorifici.

“Si tratta di una sostanza che crea dipendenza – dice Ben Wright, direttore degli affari esteri della Assocalciatori inglese – Crea assuefazione, è un oppiaceo e viene spesso definito come appartenente alla stessa famiglia dell’eroina. Può sembrare un paragone estremo, ma è abbastanza ben accettato”.

Chris Kirkland, ex portiere della nazionale inglese e del Liverpool, dice che l’ha quasi ucciso.

Il 1° gennaio 2024, l’Agenzia mondiale antidoping (la Wada) aggiungerà il tramadolo alla sua lista di sostanze vietate e, da quel momento in poi, chiunque verrà beccato con tracce della sostanza nel sangue o nelle urine dovrà affrontare una lunga squalifica. Ecco dunque l’avvertimento: i calciatori non sanno di aver a che fare con una vera e propria droga. Il sindacato dei calciatori ha preso l’insolita iniziativa di inviare un’e-mail ai suoi membri, circa 5.000 calciatori, per evidenziare i rischi e chiarire che si avvicina una scadenza, oltre la quale ci saranno gravi conseguenze.

Il problema è che per le autorità calcistiche c’è “un numero indeterminabile di giocatori che lo utilizza, o fa affidamento su di esso, come parte perfettamente legale della loro routine”. Da gennaio scatteranno i controlli e qualcuno inevitabilmente cadrà. La Wada ha ritardato il divieto per tenere conto della dipendenza da tramadolo e dare a chi lo usa più tempo per liberarsene. Ha avvisato tutti 14 mesi fa. Esiste una forte possibilità che alcuni, o molti, lo stiano assumendo in segreto, all’insaputa dei loro club. Calciatori che acquistano forniture da internet come “pillole antidolorifiche” senza conoscere i pericoli.

The Athletic racconta anche un po’ di vicende personali di calciatori che ci sono passati. Come Tyrone Kirk, che giocava in squadre di serie minori e dice: “Sono passato dall’essere un calciatore professionista a un senzatetto in pochi anni”.

Ma la storia di Kirk ricorda che giocare ai massimi livelli non rende immuni: “Quando sono entrato in riabilitazione ho scoperto che prendevo l’equivalente di sei dosi di eroina al giorno. È una droga malvagia. Mi ha quasi ucciso e avrebbe dovuto uccidermi”.

“All’inizio ti dà una bella sensazione. Ti fa sentire felice, se hai ansia o qualcosa del genere. Lo stavo usando per il dolore, sì, ma lo stavo usando più che altro per l’ansia. Ma ti confonde mentalmente. Dopo tre mesi sapevo che ero nei guai. Alla fine, sviluppi una tale tolleranza nei suoi confronti, che in realtà non fa nulla. È solo che il tuo corpo ne ha bisogno, perché sei dipendente”.

“Il 17 aprile 2022 è stata l’ultima volta che ho preso il tramadolo. I successivi dieci giorni sono stati terribili. Ero chiuso in una stanza, mi sentivo male, vomitavo, non potevo mangiare niente, avevo le allucinazioni. Ero arrivato al punto in cui non volevo più mettermi in bocca un’altra compressa. L’ho superato, ma non è stato per niente piacevole e non lo augurerei a nessuno. È stato un periodo di 10 anni per me, e per otto anni e mezzo ho preso tramadolo. Nell’altro anno e mezzo ne ero uscito, ero andato in riabilitazione. Anche allora ci sono tornato tre volte. Se ci provi da solo, è quasi impossibile”.

Michael Bennett, che ha collezionato più di 150 presenze in campionato con club tra cui Brighton, Brentford e Charlton, ora è il direttore del benessere dei giocatori della PFA: “Prendevo antidolorifici prima degli allenamenti e prima delle partite. Prendi due o tre compresse da assumere ogni giorno e, anche quando il problema non si presenta più, continui a prendere il farmaco o a conservarlo nel caso in cui ne avessi bisogno di nuovo. È abbastanza facile farsi risucchiare e diventare dipendenti. Siamo in un settore in cui il tuo corpo è messo in gioco ogni giorno. Possono esserci solo 11 posti. Quindi i giocatori faranno quello che devono fare, giocare, guadagnarsi i contratti, sostenere la propria carriera. Questo è il problema che abbiamo con alcuni giocatori in questo momento. L’hanno usato per aiutarsi con gli infortuni e, invece di fermarsi è diventato una seconda natura”.

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