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Il pezzotto resiste, serve la prova forense per spegnere il sito illegale. Altro che 30 minuti (Repubblica)

Continua il braccio di ferro tra Lega Calcio e AgCom nonostante l’emendamento “Lotito” nel decreto Caivano

Il pezzotto resiste, serve la prova forense per spegnere il sito illegale. Altro che 30 minuti (Repubblica)
Mg Budapest (Ungheria) 26/09/2022 - Nations League / Ungheria-Italia / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: steadycam

Il pezzotto resiste, serve la prova forense per spegnere il sito illegale. Lo scrive Repubblica sull’inserto Affari&Finanza. La questione è nota: chi si assume la responsabilità di spegnere i siti illegali rapidamente senza un’adeguata istruttoria? L’AgCom, authority per le comunicazioni, non vuole.

Racconta il giornalista Aldo Fontanarosa:

Perché l’oscuramento in 30 minuti sia possibile, serve però una “linea rossa”. Una volta scovato il sito pirata, la Lega Calcio e le pay-tv informeranno in tempo reale il Garante (l’AgCom) che ordinerà alle società di Internet di silurare il nemico. A creare la piattaforma di dialogo, che funzionerà in modo automatico, sarà il Garante.

Che fa la Lega Calcio?

Va dal notaio e regala al Garante (l’Ag-Com) la piattaforma di monitoraggio dei siti pirata che lei – la Lega Calcio – da tempo ha creato al suo interno.

Questo apparente atto di generosità – il dono della piattaforma interna – nasconde una preoccupazione. La Lega Calcio teme che il Garante metterà in piedi la “linea rossa” – la sua piattaforma di comunicazione, come legge impone – troppo lentamente.

E infatti

Il 7 settembre 2023 il Garante convoca il tavolo tecnico.

E in quelle ore prende forma un’altra novità che alimenta la tensione: la “prova digitale forense”.

Nei mesi scorsi, il Garante ha oscurato oltre 110 siti pirata, grazie alle vecchie norme di salvaguardia. E alcuni di questi siti – incredibilmente – hanno fatto poi causa lamentando dei vizi procedurali.

Per questo il Garante – con il tacito appoggio di alcune società di Internet – pensa che la Lega Calcio e le pay-tv (Dazn, Sky e le altre) debbano produrre la “prova digitale forense”, così da certificare che una violazione del diritto d’autore è davvero in atto. La Lega Calcio e le pay-tv dovrebbero allegare – alla richiesta di spegnimento – una relazione tecnica. La relazione includerà il fermo immagine del sito pirata (intanto che propone la partita) e informazioni tecniche sul flusso di traffico che genera. La Lega Calcioe le pay-tv prendono male la possibile soluzione. Acquisire la “prova digitale forense” è una operazione così complessa – dicono – da demolire il pilastro della nuova legge anti- pezzotto. Oscurare un sito criminale entro 30 minuti dall’inizio della gara diventerebbe impossibile.

E poi le società di Internet pongono – stavolta direttamente alle pay-tv – un’altra questione ancora: chi paga?

Poi arriva l’emendamento “Lotito” nel decreto Caivano per provare ad accelerare l’iter. Ma le società di Internet non gradiscono. E – come scrive Repubblica – sarà difficile escludere il Garante.

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