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Bianchini (marketing Napoli): «Maradona era il nostro biglietto da visita ma anche un limite» – Gazzetta

Il chief revenue officer del Napoli: «Napoli è diventata simbolo della volontà di rinascita dell’Italia, così è nata l’idea “Nuova era”

Bianchini (marketing Napoli): «Maradona era il nostro biglietto da visita ma anche un limite» – Gazzetta
Fans of SSC Napoli gather on May 5, 2023 outside the club's training centre in Castel Volturno, north of Naples, to welcome Napoli's players whose plane is expected to land at the nearby military airport of Caserta - Grazzanise, a day after Napoli won the Italian champions "Scudetto" title following a decisive match in Udine. - Napoli ended a 33-year wait to win Italy's Serie A on May 4 after a 1-1 draw at Udinese secured their third league title and emulated the great teams led by Diego Maradona. (Photo by Filippo MONTEFORTE / AFP)

Bianchini, chief revenue officer della squadra, ha spiegato alla “Gazzetta dello Sport” come il marchio si è sbloccato all’estero.

Il salto di qualità che ha fatto il Napoli nell’ultimo anno va ben oltre l’aver vinto lo scudetto. Si tratta di un salto di qualità che ha migliorato l’immagine del Napoli e ha esportato il suo marchio all’estero.

«Un ponte tra la città e i napoletani sparsi nel mondo. Il lavoro sull’internazionalizzazione del marchio si è basato sul rafforzamento dell’identità di un brand che era già noto al pubblico ma che andava sbloccato».

Aver vinto lo scudetto, ha facilitato la costruzione di questo ponte.

«Al fischio finale di Udine abbiamo assistito in contemporanea a scene di esultanza a Napoli, Madrid, New York, in Asia. Napoli è diventata simbolo della volontà di rinascita dell’Italia e si è trasformata da luogo perduto di Gomorra a set del film di Sorrentino e meta turistica consigliata dal New York Times. Il nostro compito è stato quello di associare la bellezza calcistica a quella della città e di promuovere, tra le aziende e i partner, un modello di calcio sostenibile»

Bianchini spiega poi com’è nata l’idea della “Nuova Era”: «Non a caso abbiamo creato il manifesto “New era”. Diego, con il culto della personalità che si respira in ogni angolo della città e viene trasmesso fuori, era il nostro biglietto da visita ma anche un limite. Da qui l’anno zero impostato con i giovani talenti. Abbiamo dato una nuova identità visiva, attraverso produzioni video, fotografie, storytelling di valorizzazione delle bellezze, anche nascoste, come il Cimitero delle Fontanelle che ha fatto da location al lancio della terza maglia. Oggi, quando vedi un contenuto del Napoli emerge sempre questo messaggio»

Sulle nuove sponsorizzazioni della maglia: «Abbiamo lavorato accuratamente per scegliere partner credibili che entrassero dentro questa storia. Dopo tantissimi anni di sponsor doppio, abbiamo optato per un unico marchio sul davanti, sposandoci con un armatore che partendo da Napoli ha conquistato il mondo. Sulla manica abbiamo un marketplace che vende pure i nostri prodotti. Nel retro c’è una blockchain sudcoreana che all’inizio era stata attratta dalla presenza di Kim e poi è rimasta per la bontà del nostro progetto».

Msc, Ebay e Upbit garantiscono proventi complessivi per 20 milioni a stagione, il doppio di qualche anno fa. Il Napoli sfrutta anche le sponsorship regionali, cioè circoscritte a determinati territori, come quella in Georgia. la patria di Kvaratskhelia. Qui si arriva a parlare dei diritti di immagine del calciatore, di cui De Laurentiis detiene sempre il 100%: «Questo tipo di approccio fa sì che si possano fare attivazioni con lo stesso partner su territori diversi. Coca Cola, per esempio, è global partner ma solo per la Georgia è stata creata una bottiglia celebrativa di Kvara. La verità è che non gestiamo soltanto il brand del Napoli ma anche quello di 25 talent. Rivedendo le sponsorizzazioni con la classificazione propria dei top club (globali e regionali) il Napoli è passato dall’essere una vetrina di diversi sponsor locali a media company a vocazione internazionale».

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