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Il malinteso Percassi: altro che fabbrichetta, è grande imprenditoria internazionale

Hanno 9mila dipendenti. Gestiscono le reti commerciali di Starbucks, Lego, Victoria’s Secret, Gucci e Nike. Di provinciale l’Atalanta ha solo la sua narrazione

Il malinteso Percassi: altro che fabbrichetta, è grande imprenditoria internazionale

Il malinteso Percassi: altro che fabbrichetta, è grande imprenditoria internazionale

La provincia, dice. La “fabrichétta”, i bauscia, tutto quell’immaginario un po’ Zampetti un po’ va a lavurà barbun di cui andiamo ancora un po’ orgogliosi. Il made in Italy alla vecchia maniera. Ecco, no: l’Atalanta non c’entra niente. I Percassi non sono la famigerata piccola e media impresa prestata al pallone, che ancora in molti s’immaginano. E’ sì Bergamo Alta, ma è altissima finanza.

Tanto per cominciare l’Atalanta è più americana che italiana. La sua catena di controllo parte dalla Lombardia e finisce in Delaware passando per il Lussemburgo. In un complesso gioco societario le azioni dell’Atalanta appartengono al 55% ad una cordata rappresentata da Stephen Pagliuca, co-chairman di Bain Capital e comproprietario dei Boston Celtics, e per il 45% ancora ai Percassi. Nel 2022 gli americani hanno sborsato circa 270-280 milioni di euro, liquidità finita dritta nelle casse della subholding della famiglia Percassi, la Dea.

Nel 2021, quando in post-pandemia tutto il calcio italiano piangeva miseria a livello istituzionale, la società di consulenza Kpmg aveva promosso l’Atalanta al 24esimo posto della European élite, la classifica dei club europei più redditizi, attribuendogli un “enterprise value” di 364 milioni di euro. I risultati conseguiti dal club negli ultimi cinque anni venivano definiti “impressionanti”. I Percassi avevano acquistato la società tra il 2011 e il 2012 per 14 milioni di euro, e ne hanno rivenduto il 55% per una cifra venti volte superiore.

Per capire chi sono davvero i Percassi non c’è bisogno di fare chissà quale inchiesta. Basta andare sul loro sito aziendale. E’ tutto molto chiaro. Le attività del gruppo si concentrano in tre aree di business: Retail, Real Estate e Atalanta. I brand di famiglia sono colossi come Kiko Milano, Womo e Bullfrog nella cosmetica, Vergelio nelle calzature, Da30Polenta nell’ambito della ristorazione e D-Mail. Ma gestiscono anche le reti commerciali di bazzecole quali Starbucks, Lego, Victoria’s Secret, Gucci e Nike. Hanno la sede principale a Bergamo, ma uffici anche a Milano, Parigi, Londra, Berlino, Madrid, Lisbona, St. Moritz, Glattbrugg, Varsavia, Grand Canyon, New York, Shangai, Hong Kong, New Dehli, Istanbul, Mosca e Dubai, con oltre 9000 dipendenti.

La dimensione “small” è confortevole, certo. E’ accudente. Ma è anche un malinteso clamoroso. Di provinciale l’Atalanta ha solo la sua narrazione.

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