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Tudor ha dato la disponibilità al Napoli, ha rifiutato la Salernitana (Schira)

Ha parlato col Napoli ed è disposto a prendere il posto di Rudi Garcia. Ha preso tempo con la Salernitana per il dopo Paulo Sousa

Tudor ha dato la disponibilità al Napoli, ha rifiutato la Salernitana (Schira)
Marseille's Croatian head coach Igor Tudor looks on during the French L1 football match between Stade Rennais and Olympique de Marseille at the Roazhon Park Stadium in Rennes, western France, on March 5, 2023. (Photo by LOIC VENANCE / AFP)

Tudor avrebbe parlato con la dirigenza del Napoli negli ultimi giorni, così da dare la sua disponibilità in caso di esonero di Rudi Garcia. Come riportato da Nicolò Schira:

Come raccontato ieri Igor Tudor ha declinato le avance della Salernitana per aspettare un club di prima fascia. Il croato ha avuto degli approcci col Napoli negli ultimi 10 giorni e ha dato la sua disponibilità a subentrare in caso di esonero di Rui Garcia”.

Oltre Tudor sarebbero quattro i volti della panchina dei campioni d’Italia: Conte, Lopetegui, Marcelino e ovviamente Tudor.

Anche per i media Garcia non sta sfruttando bene le sue carte e continua a mettersi giocatori e staff contro sé stesso. Molti hanno bocciato, soprattutto, i cambi durante la partita. Sul Napolista il giudizio è stato:

Cambia modulo troppo spesso e si impegola in sostituzioni che sembrano rebus matematici che alla fine non comprende nessuno. Diciamo che siamo ripartiti da Bologna e ci siamo fermati a Firenze. Con l’aggravante che la Fiorentina, che ha riposato meno di noi, non ci fa capire nulla – 4  

Ora bisogna aspettare l’esito del confronto tra il tecnico e la dirigenza per capire cosa ne sarà di questo Napoli e della squadra che dovrebbe difendere il titolo vinto.

PAYET: «TUDOR È ESAGERATAMENTE DURO»

Tudor ha spesso elogiato pubblicamente il tuo carattere, ma ha anche detto che non sei stato tagliato per il suo stile di gioco. Payet:

«Non lo so. Ho rispettato le sue scelte per tutta la stagione. Eppure, avrebbe potuto usarmi un po’ di più. In ogni caso, lui aveva le sue idee, io non entravo nei suoi piani ma mi sarebbe piaciuto, a volte, se si fosse fidato un po’ di più di me. Ecco dove è stato difficile moralmente. Sono uscito da un sacco di partite frustrato. Sono sempre stato titolare nella mia carriera, non ero abituato a questo, non è stato facile».

Del resto Payet non aveva iniziato benissimo il suo rapporto con Tudor: la scorsa estate aveva avvertito i dirigenti del club dei metodi dell’allenatore italiano e aveva spinto per un cambio di allenatore solo un mese dopo il suo arrivo. Gli viene chiesto se, in quell’occasione, è stato il portavoce del gruppo o se è stata una questione personale.

«No, non sono stato un portavoce del gruppo. Non lo conoscevamo. È vero che nelle prime sessioni e, in particolare, durante lo stage in Inghilterra alla fine di luglio, abbiamo improvvisamente scoperto una persona ruvida e brutale. Nel suo modo di essere, nelle sue parole. Era prepotente. Era completamente diverso ovviamente da Jorge Sampaoli. Siamo rimasti un po’ scioccati. Dopo di che, ogni allenatore arriva con nuove idee, un nuovo modo di giocare, ma non dovrebbe togliere il lato umano. Possiamo parlare tranquillamente senza avere ordini tutto il tempo. E’ stato allora che il gruppo è rimasto sorpreso perché nessuno era abituato a questo. Per quanto mi riguarda, tutti sanno che sono una persona emotiva, quindi non ho più bisogno di avere un rapporto con un allenatore che sia “fratello” o “padre”».

Da allora Tudor è cambiato o è stato ancora più duro? Payet:

«Con il senno di poi è stato molto duro, anche esageratamente duro, all’inizio per segnare il suo territorio, per impostare le cose. Poi è andata un po’ meglio. Non bene, no, ma meglio, è stato un po’ più flessibile».

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