Gündogan: «forse a Vinicius piace essere fischiato»

Il centrocampista del Barcellona alla vigilia del Clasico: «Per me le sue non sono provocazioni ma sa che facendole verrà fischiato»

Gündogan Gundogan

Barcelona's German midfielder #14 Ilkay Gundogan is pictured during the 58th Joan Gamper Trophy football match between FC Barcelona and Tottenham Hotspur FC at the Estadi Olimpic Lluis Companys in Barcelona on August 8, 2023. (Photo by Pau BARRENA / AFP)

Gündogan sta scaldando il clima in vista del clasico di Sabato (si giocherà sabato alle 16.15 in casa del Barcellona).

Gündogan è stato intervistato su Esport3. Ha parlato di Vinicius, el Clásico, del suo ruolo nella squadra di Xavi Hernández…

«Qualcuno può interpretare le azioni di Vinícius come una provocazione, ma per me, onestamente, non lo sono. Ovviamente, sa già che se fa queste cose verrà fischiato. Ma forse gli piace essere fischiato, non lo so…».

Del clasico ha detto:

«Sarà una partita con molte emozioni, perché è una grande partita. Dovremmo essere tutti più calmi e pazienti di quanto siamo stati nelle ultime apparizioni. Le partite non possono trasformarsi in un avanti e indietro come quello con lo Shakhtar. Dobbiamo avere più controllo. Nelle ultime partite abbiamo commesso errori molto semplici che ci sono costati gol che avremmo potuto evitare. Con la mia esperienza, è anche il mio lavoro per far loro sapere come mantenere la calma.”

VINICIUS PARLA A L’EQUIPE

Tra i momenti difficili, ci sono stati quei cori razzisti di cui sei stato vittima, specialmente a Valencia nella Liga la scorsa stagione (il 21 maggio)…

Vinicius: «È successo molte volte, e a Valencia in modo palese e importante. Ho provato molta tristezza. Se sono in campo, è per rendere felici le persone. E un gruppo, che so essere una minoranza, può influenzarti fino al punto di non pensare più a giocare. Ho imparato molto sul razzismo. Ogni giorno ne so di più. È un tema davvero complesso. In passato, le persone sono state sottoposte a schiavitù. Mi interessa. Spero davvero che questi episodi non si ripetano. Non solo con me, ma con tutti i giocatori, tutti… E soprattutto i bambini. Non sono pronti per questo (da allora, una bambina di 8 anni che indossava una maglia Vinicius è stata vittima di insulti e minacce razziste durante Atlético-Real, 3-1, il 24 settembre). Mi interesso al razzismo da  quando avevo 19 anni. Capisco un po  di più come devo reagire. Sono contento che le cose stiano cambiando. Le leggi cambieranno e negli stadi credo che accadranno sempre meno fenomeni del genere. Molti giocatori stanno parlando con me. Varane, Kylian (Mbappé), Hakimi, Lukaku… Dobbiamo farci sentire insieme».

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