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Calcagno: «Dispiace che Sarri non abbia seguito l’associazione calciatori in questi anni»

Il sindacalista a Radio Sportiva: «Da anni conduciamo una battaglia contro l’attività agonistica esasperata e sull’aumento di infortuni»

Calcagno: «Dispiace che Sarri non abbia seguito l’associazione calciatori in questi anni»
Db Milano 03/10/2022 - conferenza stampa Gran Gala’ del Calcio Aic / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Umberto Calcagno

Calcagno replica a Sarri

Ieri sera Maurizio Sarri ha sferrato un attacco al sistema calcio:

«Nell’ultima giornata di campionato abbiamo avuto tra le 40 e 50 lesioni muscolari. Non ho sentito un comunicato da parte dell’associazione allenatori a difesa dei propri iscritti. Questi ragazzi stanno andando al macello. Il calcio ormai purtroppo è questo. Perché negli anni ‘80 e ‘90 uno che giocava in Serie C giocava 10 anni ed era a posto per tutta la vita. Ora se giochi 10 anni in Serie C la mattina probabilmente devi andare a lavorare e appena smetti devi andare a fare domanda alle Poste o qualche altro istituto. Quindi tutto questo circolo di soldi che la gente dice di immettere nel calcio viene immesso nel calcio per 30-50 giocatori, ma solo per loro».

Oggi a Radio Sportiva risponde Umberto Calcagno presidente dell’associazione calciatori:

«Sono d’accordo con Sarri, ma mi dispiace che lui non abbia seguito tutto ciò che abbiamo fatto in questi anni. Da anni l’Associazione calciatori, insieme al sindacato mondiale FifPro, sta portando avanti una vera e propria battaglia contro l’attività  agonistica esasperata; nel maggio scorso abbiamo fatto un convegno medico-scientifico esaminando dati importanti a supporto della nostra tesi. Insieme all’Aiac, siamo gli unici che da tempo in Italia stiamo cercando di porre rimedio a questo problema».

«Il dato di partenza – ha proseguito Calcagno – è la salute del calciatore: i dati dicono che così tante partite senza un adeguato riposo, troppo spesso con meno di cinque giorni tra una e l’altra, causano un sensibile aumento degli infortuni. Ci sono calciatori, soprattutto i top player, impegnati con i club e le nazionali, che arrivano a disputare 70 partite l’anno percorrendo più di 90mila km di spostamenti. Non si può continuare così».

«Purtroppo la tendenza è banalizzare. Quest’anno è stata tolta la sosta invernale e non si è capito che quella settimana di riposo che avevamo fino ad oggi preservato era necessaria per il recupero fisico e mentale dei calciatori. Abbiamo portato le nostre istanze in Lega dopo un confronto con i nostri associati – ha continuato Calcagno – ponendo l’accento sul fatto che se non preserviamo la salute della parte apicale del nostro mondo a risentirne sarà anche lo spettacolo offerto».

«Nell’ultima assembla della FifPro Europe abbiamo avuto un confronto con la Uefa. Non ci sfugge certamente che le partite di alto livello producono benefici economici al nostro sistema, ma dobbiamo trovare un punto di incontro per preservare la salute di chi lo spettacolo lo fornisce. Dobbiamo capire insieme se, ad esempio, stabilire un numero massimo di partite o di minutaggio per i nostri calciatori possa essere una soluzione».

 

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