ilNapolista

L’operazione Osimhen era stata bollata da tutti come una plusvalenza farlocca (Il Fatto)

Accantonato il reato di dichiarazione fraudolenta, resta l’accusa di false comunicazioni sociali. La valutazione dei tre ragazzi della Primavera

L’operazione Osimhen era stata bollata da tutti come una plusvalenza farlocca (Il Fatto)
Napoli's Nigerian forward Victor Osimhen celebrates after scoring the second goal during the Italian Serie A football match Frosinone vs Napoli at the Benito Stirpe stadium in Frosinone, on August 19, 2023. (Photo by Filippo MONTEFORTE / AFP)

Anche Il Fatto quotidiano, ovviamente, riporta la notizia di De Laurentiis iscritto nel registro degli indagati della Procura di Roma per falso in bilancio nell’ambito dell’operazione che portò all’acquisto di Osimhen.

Lorenzo Vendemiale sull’edizione on line del Fatto scrive di

ennesimo “atto dovuto” nel percorso lungo, quasi estenuante, dell’indagine sul trasferimento di Victor Osimhen al Napoli.

Ma aggiunge:

Un’operazione che già all’epoca aveva fatto discutere e che tutti nell’ambiente – dal primo degli addetti ai lavori all’ultimo dei tifosi – avevano bollato come una plusvalenza farlocca (almeno per la parte che riguardava le contropartite tecniche) – ma su cui la magistratura non è ancora arrivata a una conclusione. Chissà se ci arriverà mai.

La vicenda ruota attorno al valore di cinque milioni di euro ciascuno attribuito ai tre giovani della Primavera coinvolti nell’affare:  Liguori, Manzi e Palmieri

che non hanno né prima né dopo visto un campo di Serie A ma furono valutati all’epoca l’iperbolica cifra di 15 milioni complessivi.

Il Fatto sottolinea la lentezza della giustizia ordinaria.

Per questo la notizia odierna (sarebbe un eufemismo parlare di svolta) sull’indagine da parte della Procura di Roma appare quantomeno tardiva. Si spiega tutto con i tempi della giustizia ordinaria, che come abbiamo imparato bene nell’ultimo anno con lo scandalo Juventus non si sempre coincidono con quelli della giustizia sportiva.

Ricorda che la Procura di Napoli ha chiesto la proroga di sei mesi prevista dal codice, arrivando a giugno 2023, dunque nei tempi, alle prime conclusioni: accantonato il reato di dichiarazione fraudolenta (era stata ipotizzata l’evasione di circa 4,6 milioni di Iva sulla sovrafatturazione della plusvalenza fittizia, ma avendo chiuso il bilancio in perdita non c’erano comunque tasse da pagare), rimaneva e rimane l’accusa di false comunicazioni sociali. Ma essendo stato il bilancio approvato a Roma, la competenza spetta alla Procura della Capitale, a cui i documenti sono stati trasmessi nelle scorse settimane e che oggi ha fatto la sua prima mossa.

Dal punto di vista della giustizia sportiva il trasferimento venne archiviato insieme ad altri nel processo plusvalenze.

Ora bisogna vedere se emergeranno elementi nuovi da indurre la Procura della Figc a riaprire il fascicolo.

ilnapolista © riproduzione riservata