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Natan è una scommessa, lo era anche Kim

Buono negli uno contro uno grazie a un’ottima velocità di base. La provenienza dalla scuderia Red Bull è sinonimo di garanzia ma pone una domanda

Natan è una scommessa, lo era anche Kim
Foto dall'account Twitter del Napoli

Esattamente come accaduto l’anno scorso, quando dal Fenerbahce arrivò per rimpiazzare una leggenda del club un semisconosciuto coreano capace di guadagnarsi la top 10 centrali difensivi della stagione, ora a Napoli è sbarcato un nuovo centrale difensivo che deve far dimenticare il predecessore, garantendo la stessa continuità di prestazioni. Ci riuscirà a emularlo?

Di Natan, in realtà, in Europa si vociferava da un po’. La Roma sembrava vicina al suo ingaggio la scorsa estate, salvo poi non trovare la quadra con il Red Bull Bragantino per la cessione. Già, perché il club detentore del cartellino del centrale 2001 era proprio la propagazione paulista dell’universo Red Bull, garanzia di scouting ad altro livello e di valorizzazione e, talvolta, di rivendita di giocatori stellari. Gvardiol è solo l’ultimo della lista. Quella di Natan è la seconda cessione più remunerativa del Bragantino, dopo quella di Claudinho, talentuoso trequartista ora allo Zenit (una quindicina di milioni, cinque in più di Natan).

Non si può negare, però, che si tratti di una scommessa. Natan ha già patito un infortunio al legamento crociato del ginocchio sinistro, suo piede forte, nello scorso mese di aprile e un problema al cuore, alcune alterazioni cardiache lo avevano tenuto lontano dai campi per una sessantina di giorni nel marzo di due anni fa. La stazza è notevole, 1.88 cm, che però non gli impedisce di comportarsi bene negli uno contro uno con campo alle spalle da difendere grazie a un’ottima velocità di base. Su questa caratteristica si è anche soffermato Garcia, che ha elogiato la sua capacità di difendere alto e recuperare in fretta i metri dietro a sé. È in gamba pure in fase di impostazione, grazie a un mancino piuttosto educato.

I dieci milioni investiti, dunque, sono giustificabili: un 2001 completo, da sgrezzare, ma che può rappresentare un investimento indovinato qualora ciò che c’è sulla carta diventi pratica alla luce di un campionato diametralmente diverso rispetto ai ritmi e alla dinamiche delle difese brasiliane.

La provenienza, il Red Bull Bragantino, se da un lato può essere considerata una garanzia, dal momento che la politica di scouting dei club affiliati alla bibita raramente sbagliano un colpo, dall’altro può suscitare qualche domanda il perché Salisburgo o Lipsia, da sempre con una corsia preferenziale per i calciatori tra le loro fila, non se lo siano loro portato in Europa. Un motivo, senz’altro, è la voglia di monetizzare. Al campo, a Garcia, al Napoli l’ardua sentenza.
D’altra parte, pure a Napoli questo tipo di colpi di mercato viene sbagliato raramente. Possibile che prima di Giuntoli nessuno mai si fosse accorto del ragazzone coreano in Turchia e del suo enorme talento? Era comunque una scommessa? Sì. Lo è pure Natan? Sì. Ci sarà pressione, certo, anche interna, dal momento che Ostigard preme per la titolarità, ma Natan può vantare già più di cento presenze col Bragantino e una manciata pure col Flamengo, suo club precedente, per cui l’esperienza, per un 2001, è più che abbondante. Non ci rimane che aspettare, con curiosità, il suo impatto sul nostro pallone e di capire se il Napoli avrà vinto un’altra scommessa.
Davide Zennaro
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