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L’ultimatum del Psg a Mbappé è un bluff: come lo metti fuori squadra il miglior giocatore del mondo?

Nasser Al-Khelaïfi s’è impuntato, ma può fare molto poco. Rmc spiega che l’attaccante francese ha un contratto fino al 2024 e comanda lui

L’ultimatum del Psg a Mbappé è un bluff: come lo metti fuori squadra il miglior giocatore del mondo?
France's forward #10 Kylian Mbappe celebrates after he scored his team's second goal during the Qatar 2022 World Cup round of 16 football match between France and Poland at the Al-Thumama Stadium in Doha on December 4, 2022. (Photo by FRANCK FIFE / AFP)

Appena il tempo di fare un paio di titoli e di elaborare l’ultimatum di Nasser Al-Khelaïfi a Kylian Mbappé (“Se vuole restare deve firmare un altro contratto, se non firma entro due settimane la porta è aperta“), che si son guardati tutti negli occhi. Come a dirsi vicendevolmente: e se Mbappé non risponde? Se fa finta di niente? Che ci può fare il pur potentissimo presidente del Psg?

La risposta prova a darla Julien Assalone per Rmc. Spoiler: quasi niente. Quell’ultimatum è un bluff.

“In termini assoluti – scrive – Kylian Mbappé ha il pallino del gioco. Ha un contratto fino a giugno 2024 e nulla lo obbliga ad accettare nulla fino ad allora. Il Paris Saint-Germain ha però alcune leve su cui fare pressione – oltre alla guerra comunicativa – e spingere il suo giocatore a scegliere una delle opzioni presentate.

La prima è l’opzione “soppalco”, come la chiamano in Francia. Ovvero il Psg potrebbe decidere di piazzare il più forte giocatore del mondo in un “loft” di rinnegati, di giocatori indesiderati. Non sarebbe mobbing perché questa procedura è regolata dal contratto collettivo dei calciatori: Dal 1° luglio al 1° settembre qualsiasi club può creare un secondo gruppo di giocatori, che devono beneficiare di condizioni di lavoro identiche e devono essere supervisionati da formatori qualificati. A partire dal 2 settembre, l’esclusione di un giocatore è più limitata: deve essere temporanea e motivata a livello sportivo. In Ligue 1, l’interessato non può essere solo: deve potersi allenare a condizioni identiche e con dieci giocatori sotto contratto professionale.

Ma si scatenerebbe una guerra d’immagine deflagrante. “Impedire al miglior giocatore del mondo di mettere piede in campo sarebbe percepito malissimo dalla comunità calcistica. Da un punto di vista più nazionale, il club rischia grosso punendo in questo modo uno dei personaggi preferiti dai francesi. Soprattutto in una stagione che si concluderà con gli Europei e le Olimpiadi del 2024 a Parigi“.

E’ già successo, ricorda Rmc: nel dicembre 2018, Adrien Rabiot fu messo fuori rosa a causa del suo rifiuto di firmare un nuovo contratto. Fu poi reintegrato ma non fece un minuto in campo. Se ne andò a scadenza senza aver giocato una sola partita dopo il 5 dicembre 2018.
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