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De Laurentiis ha aperto la via mediterranea al rispetto del bilancio (Il Foglio Sportivo)

Il Napoli è dissonanza pura rispetto all’ortodossia dei report Deloitte. Ha come assi portanti il controllo dei costi e la valorizzazione del player trading 

De Laurentiis ha aperto la via mediterranea al rispetto del bilancio (Il Foglio Sportivo)
Napoli 19/06/2023 - conferenza stampa presentazione nuovo allenatore Napoli Rudi Garcia / foto Imago/Image Sport nella foto: Aurelio De Laurentiis ONLY ITALY

Il calcio, in Italia, è sempre una questione meridionale, soprattutto grazie ad Aurelio De Laurentiis ed al suo Napoli. Lo scrive Moris Gasparri su Il Foglio Sportivo. Nel Mezzogiorno da tempo è cresciuta la qualità calcistica, anche grazie all’operato del presidente partenopeo. Ora resta da lavorare sugli impianti.

Il Foglio scrive:

“Nella ripresa della circolazione del “potere della vittoria” che da tre stagioni sta interessando la Serie A, e in una mappa della distribuzione della coccarda dannunziana storicamente quasi tutta concentrata nel (fu) triangolo industriale, lo scudetto vinto dal Napoli di De Laurentiis possiede un valore enorme, accresciuto dal fatto che in questa circostanza la vittoria non ha avuto i caratteri maradoniani dell’intercessione magico-divina, quanto quelli puramente mondani e razionali della maggiore capacità di organizzazione, in campo e fuori nello scouting”.

Il numero di squadre del Sud che partecipano ai principali campionati maschili e femminili nel calcio, nel volley e nel basket continuano ad essere pochi: una rappresentanza di circa il 15% su un’area territoriale che esprime un quarto degli abitanti della nazione. Ma la grande novità è di tipo qualitativo, soprattutto nel calcio.

“C’è una corrispondenza tra il ruolo anti-classico e anti-razionalista di Napoli come forma della città rispetto ai canoni urbanistici moderni, e gli aspetti manageriali del successo calcistico del Napoli. Aurelio De Laurentiis ha da tempo aperto una via mediterranea (intesa in senso geografico, non culturale-valoriale) rispetto agli schemi del capitalismo sportivo angloamericano che da più di un decennio sono diventati egemoni nel calcio europeo diventato industria, e rispetto ai capitalismi politici del Golfo Persico anch’essi protagonisti sempre più determinanti del mondo del football. Una via che vede nell’applicazione rigorosa ai limiti dell’ossessione del controllo dei costi e nella valorizzazione del player trading i suoi assi portanti, se non addirittura gli unici. Il Napoli è dissonanza pura rispetto all’ortodossia dei report Deloitte, e possiamo ora dirlo modello perché Salernitana e Lecce si sono guadagnate la conferma in Serie A, e il Lecce anche la vittoria nel campionato Primavera 1, replicando filosofie gestionali simili, ovviamente in scala ridotta”.

Si tratta di una novità, per la storia e la cultura del calcio italiano, continua il quotidiano. Ma è un modello che ha anche un suo rovescio. Il controllo dei costi spesso si trasforma in rinuncia agli investimenti, soprattutto negli impianti sportivi.

“Il Napoli è diventato campione d’Italia per la terza volta nella sua storia senza un impianto di proprietà, senza un centro sportivo di proprietà, senza una media house interna, senza un settore giovanile sviluppato, senza una prima squadra femminile”.

Infine, un fronte decisivo per la questione meridionale dal punto di vista sportivo è il tema degli impianti. Le Universiadi del 2019 che hanno interessato Napoli e la Campania hanno aperto una strada, ma non basta.

“Sarebbe bello che si creasse un sentimento di urgenza/epocalità anche per il rifacimento dei due palasport di Napoli e Palermo, per il ritorno alla piena funzionalità dello Stadio Collana, per il completamento dei lavori di ristrutturazione del Paladennerlein a Barra, terra di frontiera con una delle realtà sportive più meritevoli d’italia, il Centro Ester, per il recupero in chiave culturale e perché no museale del Centro Paradiso di Soccavo in cui si allenò il Napoli di Maradona, e per un elenco che potrebbe continuare pescando nell’impiantistica maggiore e minore, in una versione sportiva del rammendo architettonico caro a Renzo Piano”.

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