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Si chiude l’anno peggiore di De Laurentiis. Conte all’orizzonte vuol dire che Aurelio ha capito la lezione

Sarebbe un grande colpo calcistico, ambientale e anche aziendale nonostante gli alti rischi dell’operazione. La ricostruzione non sarà un pranzo di gala

Si chiude l’anno peggiore di De Laurentiis. Conte all’orizzonte vuol dire che Aurelio ha capito la lezione
Gc Napoli 01/03/2013 - campionato di calcio serie A / Napoli-Juventus / foto Giuseppe Celeste/Image Sport nella foto: Aurelio De Laurentiis

Aurelio De Laurentiis sembra essere tornato tra noi. Tutti gli indizi vanno in questa direzione. L’anno buio, in cui il presidente ha contraddetto i principi di razionalità cui ha ispirato la sua gestione, pare essere alle spalle. È stata la peggior stagione con Aurelio al comando. Un’annata al tempo stesso disastrosa, fallimentare, grottesca, ridicola, triste. La sbornia dello scudetto è stata fatale. È inutile dilungarsi oltre, basta ricordare i tre allenatori, quelle mortificanti discese nello spogliatoio. La partita col Lecce (0-0 tra i fischi, niente coppe il prossimo anno) pone fino allo strazio. Cadere è umano. Persino lasciarsi trascinare in vortici di superomismo. Direbbero i vecchi comunisti che a De Laurentiis è mancata l’analisi (in questo caso della vittoria più che della sconfitta). Non ha avuto la lucidità di comprendere che nessuno, soprattutto all’estero, ha avuto dubbi su chi fosse stato il principale artefice della vittoria. E con la sua sovraesposizione ha finito col rovinare tutto. Innanzitutto la propria azienda e la propria immagine.

Fin qui, il passato. Le notizie che arrivano sul futuro sono però di altra natura. Se come Orlando, De Laurentiis ha perso il senno, va detto che anche che pare aver trovato il suo Astolfo che è andato sulla luna a recuperarglielo. De Laurentiis, giustamente, quest’anno ha preso tanto schiaffoni (il Napolista ha contribuito in maniera significativa, prima in solitudine poi la compagnia è aumentata). Comprensibilmente ha voglia di rivincita. E portare Conte a Napoli, magari con Oriali, oltre al ds Manna, a noi pare un evidente segnale di rinsavimento. Il segnale che dietro l’apparente rottura prolungata del presidente – con conferenze e dichiarazioni che quasi ci procuravano dolore per le figuracce cui si esponeva – c’era invece un processo di elaborazione della realtà.

Non sappiamo come andrà a finire. Ma sappiamo che De Laurentiis sta seriamente lavorando per portare Conte a Napoli. Antonio Conte è certamente il miglior allenatore libero in circolazione. A livello europeo, tra quelli senza panchina, è probabilmente secondo solo a Klopp. Sarebbe un grande colpo. Calcistico innanzitutto. E per calcistico intendiamo di campo e di spogliatoio. L’uomo che ci vuole per bonificare uno stanzone il cui capitano scalcia per andare (per inciso, qui nessuno verserebbe una lacrima nel caso in cui volesse andare via. Ciao ciao e tanti saluti, i fischi). E proprio il comportamento di Di Lorenzo dà la misura dell’immane lavoro che attende Conte. Non sarà per nulla facile né rapido il lavoro di eliminazione delle scorie di questa stagione. La ricostruzione non sarà un pranzo di gala.

Conte sarebbe un grande colpo anche ambientale perché mai come questa volta è un nome che mette d’accordo un’ampia maggioranza di tifosi. E infine aziendale nonostante gli alti rischi dell’operazione. Mai De Laurentiis ha esposto la sua azienda a una percentuale di rischio cos’ì alta. Portare Conte a Napoli non sarebbe uno scherzo dal punto di vista contabile. Tutt’altro. Evidentemente il signor Aurelio è pronto a mettersi in gioco pur di raddrizzare la barca e riportare il club ai vertici del calcio. La lezione, evidentemente, gli è servita. Quel che più conta è che pare esserci vita sul pianeta Napoli. Ora non resta che aspettare. E sperare che tutto si traduca in realtà.

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