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Robert Del Naja e lo scudetto del suo Napoli: «il potere capovolto, come il tricolore esposto dai tifosi»

A The Athletic: «L’ho celebrato in ogni modo, sono passato dalla guerra in Ucraina allo scudetto, mi sono sentito ridicolo ma è la mia passione»

Robert Del Naja e lo scudetto del suo Napoli: «il potere capovolto, come il tricolore esposto dai tifosi»

Il Napoli ha tifosi in tutti il mondo e fra loro c’è qualcuno di inaspettato. Come il frontman dei Massive Attack, primi esponenti del genere trip hop. 3D, pseudonimo di Robert Del Naja, che per il Napoli prova una profonda passione.

Nel suo account Instagram si susseguono immagini di lui alla conferenza della Nazioni Unite sul cambiamento climatico, immagini sulla guerra in Ucraina e poi lo scudetto del Napoli. Del Naja, il cui padre è di Napoli, è stato intervistato da The Athletic:

«Ci è voluto molto tempo, ma il modo in cui è successo è solo un elemento in più al dramma complessivo».

Del Naja era presente alla partita contro la Salernitana al Maradona, prima una visita al Vesuvio e al murales di Maradona e poi dritto allo stadio:

«Era come una sorta di commedia-tragedia greca contro la Salernitana. Poi il sollievo, quando tutte le emozioni si sono liberate nell’aria dopo la partita con l’Udinese. E poi vederli campioni per la prima volta in tre decenni quella domenica. L’abbiamo chiamato triplete perché era una combinazione di tre diverse emozioni che erano tutte collegate in modo meraviglioso».

Poi la festa definita dal quotidiano “selvaggia ma molto pacifica e soprattutto spontanea”:

«La cosa fantastica è stata la spontaneità civica di massa. La gente ha celebrato la vittoria ovunque, in se stessa, nel proprio cuore».

Quella festa dopo il viaggio in Ucraina è stato un salto emozionale non di poco conto:

«Dopo aver postato in maniera febbrile tutte quelle foto e quei video (da Napoli), ho riguardato il mio account e ho pensato: ‘Oh mio Dio, sono passato dal consapevole al ridicolo’, dalla difficile situazione della gente in Ucraina a causa della disumana invasione dalla Russia al Napoli e alla celebrazione di quel momento storico. Ma alla fine, si tratta della passione per ciò in cui credi».

Lo scudetto del Napoli come simbolo di riscatto:

«Simboleggia l’idea di un mondo capovolto. Tutto è cambiato, il potere è completamente cambiato. Nella partita della Fiorentina, i tifosi del Napoli hanno capovolto la bandiera italiana, era la stessa idea, che il mondo fosse stato capovolto. L’ho trovato affascinante. Al posto del tipico tricolore, avevano anche bandiere blu scuro, bianche e azzurre, colori che rimandano alle antiche origini greche della città. Non sembrava ‘siamo i migliori d’Italia’, più come una celebrazione delle persone e della loro cultura, quel grande mix di greci, romani, saraceni, francesi, spagnoli, cultura araba… è un mosaico così brillante di influenze».

Il frontman dei Massive Attack sul tifo napoletano:

«Ovunque, le persone indossano i colori del proprio club per distinguersi dal proprio vicino, che indossa l’altro colore. A Napoli la gente si veste di blu per dire: ‘Siamo tutti uguali, siamo tutti un’unica cosa’».

Del Naja, che ha anche scritto le musiche originali di Gomorra, commenta anche la polemica sul divieto di fumogeni e bandiere allo stadio di qualche mese fa:

«Le persone devono godersi il calcio in sicurezza, ma non puoi sterilizzare e rimuovere la cultura naturale e poi reintrodurla artificialmente. Quella Superbowlificazione (la tendenza a rendere come il calcio come lo spettacolo del Superbowl) del calcio, con esibizioni prima della partita, a metà tempo e canzoni dopo i gol che non ti lasciano il tempo di cantare, quel depotenziamento dei tifosi non è progressivo. Un proprietario deve rendere redditizio il club, lo capiamo, ma deve esserci un equilibrio. I tifosi del Napoli sono l’incarnazione della cultura della città. La loro creatività è vitale per l’identità della squadra»

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