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Inconcepibili le parole di Gasperini. I distinguo offrono alibi a delinquenti e ignoranti (La Stampa)

Il quotidiano commenta il caso Vlahovic. “Sinceramente, non comprendiamo. In assoluto riteniamo che dagli stadi bisogna estirpare la cultura dell’insulto”

Inconcepibili le parole di Gasperini. I distinguo offrono alibi a delinquenti e ignoranti (La Stampa)
Db Bergamo 15/10/2022 - campionato di calcio serie A / Atalanta-Sassuolo / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gian Piero Gasperini

Inconcepibili le parole di Gasperini. I distinguo offrono alibi a delinquenti e ignoranti (La Stampa).

Su La Stampa, Antonio Barillà torna su quanto accaduto ieri in Atalanta-Juventus, con i vergognosi cori razzisti della curva bergamasca contro l’attaccante serbo della Juventus, Dusan Vlahovic. Il centravanti è stato bersagliato con l’urlo «zingaro di merda», ha chiesto l’intervento dell’arbitro Doveri, che infatti ha sospeso per qualche minuto la partita, salvo poi ammonire Vlahovic quando, dopo aver esultato, ha zittito la curva dei tifosi atalantini.

Barillà scrive:

“Si risolleva un dubbio più che legittimo: è provocazione zittire chi offende con parole razziste? È opportuno sanzionarlo? La Figc, dopo la grazia a Lukaku, resta coerente, esprimendo solidarietà alla Juventus e spiegando, attraverso la telefonata d’un suo legale al Cfo Francesco Calvo che qualora un cumulo di gialli dovesse condurre alla squalifica di Vlahovic, il provvedimento verrebbe immediatamente impugnato. Questo perché, a differenza che in Coppa Italia, l’ammonizione non fa scattare immediatamente lo stop, ad ogni modo l’ipotesi è improbabile poiché si tratta del primo cartellino”.

Soprattutto, Barillà definisce inconcepibili le parole dell’allenatore dell’Atalanta, Gian Piero Gasperini, che nel post partita si è affannato a mettere una pezza al comportamento vergognoso e razzista dei suoi tifosi lanciandosi in una serie di improbabili distinguo e chiamando in causa anche il concetto di etnia. Barillà scrive:

“Inconcepibili le parole di Gasperini. Sinceramente, non comprendiamo: i distinguo rischiano, anche in buona fede, di offrire alibi a delinquenti e ignoranti, e in assoluto riteniamo che dagli stadi bisogna estirpare la cultura dell’insulto”.

L’allenatore dell’Atalanta, nel post partita, aveva dichiarato:

«Certo che condanno il razzismo, però devo anche evidenziare che nell’Atalanta gioca Pasalic, Djimsiti, ci ha giocato Ilicic, Sutalo, ci hanno giocato tanti giocatori di quella etnia e bisogna anche differenziare le cose. A volte gli insulti sono dovuti anche ad altre cose. Il razzismo è una cosa molto seria, non va confusa. A volte la confondiamo, poi che vada combattuto non c’è dubbio, ma non va confuso, sennò dovrebbe riguardare anche i nostri giocatori. Ti insultano anche quando ti dicono ‘figlio di puttana’ o ‘pezzo di merda’, bisogna capire se è un insulto al singolo o un insulto razzista? Se fosse razzismo sarebbe riferito anche a tanti giocatori che sono qua, sennò non è così. Poi che si deve combattere il razzismo, sì, ma quello vero, che non va confuso con gli insulti individuali. La maleducazione è anche da distinguere e da estirpare, è un po’ più difficile, è un po’ più diffusa e generalizzata, combattere quella è davvero un’impresa».

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