Il Napoli attuale ha avuto la capacità di sgretolare un campionato imponendo una dittatura tecnico-tattica e spettacolare e un inesorabile +18
Qual è stato il miglior Napoli? Quello di Sarri o questo di Spalletti? Comunque la si pensi, scrive Antonio Giordano sul Corriere dello Sport, la differenza la fanno i risultati.
Il Napoli di Sarri, cinque anni fa, fece innamorare la città portandola vicinissima al sogno, poi “tutto si frantumò nell’opacità di un albergo”, e i 91 punti si trasformarono “in granelli di rabbia”. Quel tempo è sembrato irripetibile, invece, proprio quando sono andati via in tanti, in estate, è arrivato il capolavoro di Spalletti.
“Si può stare con il Napoli di Sarri o con quello di Spalletti, senza apparire democristiani per convenzione, però la differenza poi è nei fatti, nella capacità di sgretolare un campionato, di prenderselo (per il momento) con diciotto punti di vantaggio, di dominare ovunque – all’Olimpico di Roma, a San Siro con il Milan, a Bergamo con l’Atalanta, al Maradona con la Juve – imponendo una legge, quasi una dittatura tecnico, tattica e spettacolare”.
Il quotidiano sportivo fa il paragone tra i vecchi giocatori e i nuovi del Napoli e nei confronti in alcuni casi i nuovi sono decisamente migliori e persino i vecchi sono migliorati.
“Mario Rui di oggi è superiore a quello di ieri, divenuto titolare dopo l’infortunio al novembre di un Ghoulam stellare, quasi inarrivabile. E però poi, mettendo dinnanzi allo specchio Kim e Koulibaly si rischia brutalmente di finire fuori traccia: il Koulibaly di quella stagione rientrava di diritto tra i top ten (o five?) del ruolo e il Kim che è arrivato da lontano ha avuto però un impatto travolgente, ha cancellato i paragoni e i rimpianti con il senegalese, s’è elevato su livelli egualmente universali, come un alieno”.
E ancora:
“Osimhen è la stella che brilla, che offuscando pure Sua Maestà Mertens ha contribuito ad addolcirne il distacco. E Kvaratskhelia è l’oro che luccica – ora e poi in prospettiva – con il dribbling di uno scugnizzo e un tiraggiro che va oltre Insigne”.