A Repubblica: «Il Napoli mi ha sorpreso. Non me l’aspettavo. È frutto di un lavoro enorme sul mercato, in campo, in città».
Repubblica intervista l’ex centrocampista dell’Inter Julio Cruz. Nella Champions del 2005 segnò una doppietta al Porto. Ricorda quel momento.
«Giocammo a porte chiuse, per via del razzo lanciato a Dida dagli ultrà. Pioveva. Fu una partita durissima. Volevamo andare avanti a tutti i costi. Il Porto era davvero forte, due anni prima aveva vinto la Coppa con Mourinho. Mi sentivo elettrico. Il primo gol nemmeno me lo ricordo. Il secondo sì, di testa, sul primo palo. Il 2-1 non bastò a qualificarci, visto che all’andata avevamo perso 2-0».
L’Inter stasera affronta proprio il Porto. Cruz confida nella forza dei nerazzurri in Champions.
«Si gioca a Milano, e l’Inter è l’Inter. La missione è segnare tanti gol, in vista del ritorno. I nerazzurri in Champions hanno fatto grandi cose».
Sulle difficoltà in campionato:
«Ha perso partite che meritava di vincere, è dura accettarlo. Ma anche a meno 15 non bisogna mollare. Nel 2008 vincemmo lo scudetto all’ultima giornata, a Parma, dopo essere stati in vantaggio di 12 punti».
Cruz parla anche del Napoli. Gli viene chiesto se è stupito della stagione della squadra di Spalletti.
«Sì, non me l’aspettavo. È frutto di un lavoro enorme sul mercato, in campo, in città. E Spalletti è un maestro di calcio, come lo era Guidolin, che mi allenò al Bologna».
Cosa rimpiange della sua Serie A? Cruz:
«Alcuni amici, come Mihajlovic. I nostri figli sono cresciuti insieme. E la fama che aveva nel mondo. Non è bello che oggi se ne parli per plusvalenze e questioni giudiziarie».