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Qatar, quanta ipocrisia: non spetta alla Fifa diffondere democrazia e libertà

I rapporti commerciali vanno bene, il Mondiale no. Il Qatar è stato votato nel 2010 dopo quattro scrutini, se ne sono accorti solo adesso?

Qatar, quanta ipocrisia: non spetta alla Fifa diffondere democrazia e libertà
Fifa President Gianni Infantino talks with Qatar's Emir Sheikh Tamim bin Hamad al-Thani during the Qatar 2022 World Cup Group G football match between Brazil and Switzerland at Stadium 974 in Doha on November 28, 2022. (Photo by Fabrice COFFRINI / AFP)

Il dibattito sul mondiale di calcio in Qatar ha acquistato, a nostro avviso, un tono moralista a tratti fuori luogo, se non addirittura pieno di ipocrisia. Non è nostra intenzione difendere o attaccare lo svolgimento del mondiale, che ormai entra nel vivo con qualche risultato a sorpresa all’esordio e alcune partite interessanti. Ci piacerebbe invece evidenziare qualche punto piuttosto confuso del dibattito, in cui  secondo noi non si prende in considerazione il quadro complessivo e le contraddizioni di chi protesta in Occidente.

Iniziamo dal ruolo della Fifa. Si tratta di un’associazione calcistica internazionale, non solo europea, di intrattenimento, che organizza quindi eventi sportivi allo scopo di divertire un pubblico, ovvero delle partite di calcio. La Fifa si occupa di spettacolo del calcio nel mondo. Tocca davvero a un’associazione del genere, con lo scopo ben preciso di cui sopra, fare politica o discriminare la scelta di un luogo di tali eventi in funzione del suo regime politico? Il Qatar è un membro della Fifa e ha diritto ad ospitare un mondiale come tutti gli altri membri. Il Qatar è anche membro delle Nazioni Unite ed ospita altri eventi sportivi, come le competizioni di Formula 1 e il MotoGP.  La Fifa doveva invece escluderlo? Se i calciatori e la Fifa devono risolvere le distorsioni del mondo, significa che siamo alla frutta.

La seconda è la questione morale in senso più ampio. Perché possiamo comprare il petrolio e il gas del Qatar? Perché possiamo ricevere i soldi dei fondi del Qatar? Perché possiamo vedere le gare di auto e moto nel Qatar? Perché possiamo ammirare Mbappé, Neymar e Messi nel Psg (che è di proprietà del Qatar)? Ma non possiamo veder giocare il mondiale nel Qatar? O prendiamo tutto considerando il Qatar un paese accettabile oppure niente. E allora va ridiscusso il rapporto con questo paese in modo più radicale.
Perché un business deve vincolarsi alla morale solo perché ha degli spettatori, mentre il commercio di petrolio di tutti i giorni va benissimo? Capiamoci, anche qui lo domandiamo senza avere una risposta semplice e certa. C’è la differenza dei valori che la Fifa dichiara nel suo statuto, ma non rientra nei suoi compiti la diffusione della democrazia e della libertà. Nel puntare il dito contro la Fifa non c’è una dose di ipocrisia?

Il terzo punto riguarda l’opportunità proprio per la popolazione del Qatar e per i tifosi in visita. Seppure è vero che il governo ospite, all’ultimo minuto, ha inflitto regole come il divieto alla birra negli stadi in modo goffo e imbarazzante per tutti, va forse considerato anche che non potrà impedire alla sua popolazione di assistere dal vivo al modo di vivere e godere del divertimento dei tanti tifosi provenienti da paesi diversi. Sotto gli occhi della popolazione del Qatar passeranno ogni giorno per un mese persone con il loro naturale modo di comportarsi, di essere liberi.  Vedranno sugli spalti e per le strade persone con abitudini molto diverse. L’esempio di queste manifestazioni può, a nostro avviso, essere un’occasione positiva per la popolazione locale e anche per i visitatori che vedranno il Qatar e si faranno un’idea più precisa delle loro abitudini. L’alternativa sarebbe l’isolamento: aiuterebbe il Qatar? Grazie al mondiale, abbiamo messo questo paese nella mappa.

La quarta questione riguarda le critiche sul periodo scelto per lo svolgimento del mondiale. Il calcio è di tutti, anche degli arabi e dei paesi che in genere hanno calendari diversi da quelli Europei, come per esempio il Brasile, che gioca da aprile novembre e Argentina, che gioca da febbraio a ottobre. Giocare a dicembre non è così assurdo se non guardiamo solo all’Europa. Lo sappiamo benissimo che i grandi giocatori delle nazionali citate giocano in Europa, ma non ci pare scandaloso se per una volta siano i campionati del vecchio continente ad essere spezzati per far giocare il campionato del mondo. Non sempre, questa volta.

Infine, come quinto punto, ci piacerebbe parlare di come si è arrivati a scegliere il Qatar come paese ospitante. La Fifa non è il paradiso e Infantino non è un santo. Solo Diego Maradona aveva denunciato, isolato, quanto fosse corrotta. Purtroppo le voci sulla Fifa sono spesso negative, ma è l’organismo che sceglie i mondiali da tanti anni, perché ce ne ricordiamo solo adesso? Si può fare qualcosa per migliorare la situazione? La Fifa ha scelto i mondiali in Nord America per il 2026, vanno bene? Le ultime edizioni sono state in Russia, Brasile, Sud Africa, Germania, Corea del Sud / Giappone, Francia, USA, Italia… Quindi in vari continenti, in democrazie, ma anche regimi politici poco liberi, in differenti climi e paesi con diversi livelli di diritti civili. La decisione di fare il mondiale in Qatar è stata presa nel 2010 e hanno partecipato alla gara vari paesi, secondo le regole Fifa. Il Qatar ha vinto quattro scrutini consecutivi: è la prima edizione a svolgersi in uno stato del mondo arabo, nonché a maggioranza islamica e che si disputerà nei mesi autunnali dell’emisfero boreale. Ci sono state bustarelle e corruzione? Che venga dimostrato e poi ne parliamo. Ma ripercorrendo questi passaggi, suona ancora così stonata la candidatura del Qatar?

E non è solo la Fifa il problema del calcio, guardando per esempio la cronaca attuale della Juventus e anche quella storica.
In conclusione, il mondiale è un’opportunità per il mondo di conoscere il Qatar e per il Qatar di conoscere il mondo. Tutti se ne possono avvantaggiare, non solo economicamente. Il calcio è un’occasione per creare ponti tra popoli diversi. Quali dovrebbero essere le condizioni per escludere il Qatar nell’organizzare un mondiale? A noi sembra ci fosse legittimità nel proporre un evento di intrattenimento in un Paese disposto a investire per ospitarlo. Per fortuna la palla rotola anche in Qatar… Stiamo godendo di un discreto calcio fino adesso e speriamo di godere di un bello spettacolo e di vedere ancora contestazioni forti, come quella dei giocatori dell’Iran, che davvero stanno rischiando tanto a sfidare il loro governo.
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