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La Germania fa tabula rasa dopo il Mondiale: Bierhoff si dimette. La Faz: «Una liberazione»

Lascia dopo 18 anni il Presidente della Federcalcio. Fatale il fallimento in Qatar. Ora tocca a Flick?

La Germania fa tabula rasa dopo il Mondiale: Bierhoff si dimette. La Faz: «Una liberazione»

Come Abete, ma non come Gravina. Dopo 18 anni alla guida della Federcalcio tedesca Oliver Bierhoff si è dimesso. Fatale, alla fine, il terribile Mondiale della Germania. Un “fallimento a tutto tondo” lo descrivono i giornali tedeschi che stamattina analizzano la rivoluzione al vertice del calcio in Germania.

Bierhoff, che in Italia è stato capocannoniere con l’Udinese e ha vinto uno scudetto col Milan, aveva inquadrato la conclusione del suo “mandato” dopo gli Europei del 2024. Ma dopo il terzo fallimento consecutivo della nazionale, due Mondiali e un Europeo, accompagnato da un calo di popolarità senza precedenti, ha lasciato.

“Con l’addio di Bierhoff si chiude per la Nazionale e per la DFB un’era che difficilmente potrebbe essere più ambivalente – scrive la Faz – alla grandiosa ascesa sportiva e sociale iniziata con i Mondiali del 2006 in Germania e il trionfo ai Mondiali otto anni dopo a Rio de Janeiro fino a far diventare il calcio “quasi il quarto potere dello stato” è seguita la caduta libera.

La separazione da Bierhoff è “una liberazione”, “un punto di svolta per un anno e mezzo prima degli Europei del 2024”. Lo stesso Bierhoff ha ammesso la tabula rasa nel messaggio di commiato: “Apro la strada a nuove direzioni”.

A Bierhoff viene intestata la testardaggine nell’incaponirsi prima su Joachim Löw e poi dopo l’Europeo 2021 con il suo ex assistente Hansi Flick. “La nazionale – scrive ancora la Faz – ha deluso in termini sportivi e ha continuato ad allontanarsi dai tifosi. La farsa sulla fascia “One Love” alla partita di apertura contro il Giappone e la foto con le bocche cucite che ha distratto la squadra dai suoi obiettivi sportivi sono stati gli ultimi errori che il direttore della DFB ha commesso”.

Bierhoff aveva modellato a fondo la squadra nazionale a sua immagine. “Il mio lavoro è sempre stato guidato dalla convinzione che avrei dovuto fare del mio meglio per la DFB e le squadre nazionali. Mi fa ancora più male la prestazione della nazionale ai Mondiali di Russia e Qatar. Per questo non parto senza la necessaria autocritica. Negli ultimi quattro anni non siamo stati in grado di sfruttare i successi precedenti e dare ai fan motivo per festeggiare di nuovo. Alcune decisioni in cui credevamo non si sono rivelate quelle giuste. Nessuno se ne pente più di me. Me ne assumo la responsabilità”, ha spiegato Bierhoff.

Dopo le dimissioni del suo amico Bierhoff, ora toccherà a probabilmente a Flick dare le dimissioni. Come Prandelli, ma non come Mancini.

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