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La Germania si fa piccina picciò davanti a una fascia. Ha vinto (di nuovo) la Fifa

Si inventano la foto con le bocche chiuse, censurata dalla regia internazionale. E Neuer non viene mai inquadrato in primo piano per 45′

La Germania si fa piccina picciò davanti a una fascia. Ha vinto (di nuovo) la Fifa
Germany's goalkeeper #01 Manuel Neuer celebrates during the Qatar 2022 World Cup Group E football match between Germany and Japan at the Khalifa International Stadium in Doha on November 23, 2022. (Photo by INA FASSBENDER / AFP)

Dov’è Neuer? Dicono sia in campo. Dovrebbe essere quell’ombra gialla che la regia internazionale non riesce a photoshoppare via, quando i giapponesi puntano la porta della Germania. Ad un certo punto segnano pure, i giapponesi. Ma in tv il portiere tedesco viene inquadrato di striscio, solo sfiorato dalla luce delle telecamere. Da casa tutti lo cercano, Neuer. Perché avevano preannunciato la ribellione, l’atto dimostrativo, il sacrificio del capitano tedesco in nome dei diritti umani: avrebbe dovuto indossare la benedetta fascia arcobaleno, e farsi ammonire come da imposizione della Fifa. Invece no, alla fine – incredibile, eh? – ha vinto di nuovo la fobia del cartellino giallo. Neuer sul braccio ha la fascia “no discrimination”, quella consentita, seppur parzialmente nascosta sotto una maglia gialla. La censura contro la censura.

La Nazionale tedesca ha scelto di dribblare a modo suo le minacce della Fifa, e al momento della foto di gruppo i giocatori si sono fatti immortalare con una mano sulla bocca. Ma la regia internazionale ha oscurato pure quella. Va in onda solo sulla ARD, la tv tedesca. Ovviamente rimbalza poi sui social e torna in campo. La Rai ne parla in telecronaca col clamore dello scoop quando ormai si è alla mezzora, poco prima che la Germania passi in vantaggio.

I tedeschi erano peraltro entrati nello stadio con le tre righe Adidas della maglia del riscaldamento in colorazione arcobaleno, come accadeva con gli argentini.

E’ incredibile che dopo il dileggio internazionale per la pavidità dimostrata, il cartellino giallo vinca ancora. Che una nazionale come la Germania si costringa a inventarsi variazioni alternative della protesta pur di non correre il “rischio” di incappare nell’ammonizione del capitano. La mano sulla bocca, le maglie del riscaldamento, ma la fascia no! La fascia, scusate, quella proprio non possiamo.

Fa il paio con il lavoro certosino della regia internazionale, che centellina per quanto possibile i frame offerti a Neuer fino a svelarne l’identità solo al 45′ del primo tempo. Un tempo intero per mostrarcelo a figura intera, a distanza quasi ravvicinata. Per timore, evidentemente, che tra le pieghe della divisa gialla spunti all’improvviso il simbolo del male.

Mentre Germania-Giappone è all’intervallo il bubbone è scoppiato. Tutti più o meno celebrano il gesto rivoluzionario della Germania, talmente coraggiosa da non cedere alla Fifa pur cedendo ai diktat della Fifa. Un capolavoro. La Federcalcio tedesca twitta che “i diritti umani non sono negoziabili”, e che “impedirci di usare la fascia è come cucire le nostre bocche”. E poi la fascia non la usa. Ce l’ha sugli spalti la ministra degli Interni Nancy Faeser. Lei non può essere ammonita.

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Spuntano dal web segnali, brandelli, di protesta: “Guarda! ha il polsino arcobaleno, la scarpa arcobaleno, i lacci multicolore, la mutanda fucsia…”. L’unica cosa che manca è l’unica che poteva avere un significato simbolico: la fascia bandita. Proprio perché fuorilegge. Invece no. Ha vinto la Fifa, ancora una volta.

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