Il nigeriano è cambiato, dà l’impressione di mettere sempre la squadra al centro dei suoi pensieri. Anche quando non segna costruisce al servizio dei compagni
Victor Osimhen è prezioso anche quando non segna. Il Corriere dello Sport elogia la sua crescita da inizio stagione. A 24 anni nemmeno compiuti, il nigeriano del Napoli è ormai un “grande centravanti decisivo”. Segna, risolve le partite, ma anche quando non realizza gol fa segnare i compagni, mette la squadra al centro dei suoi pensieri. Un grande cambiamento rispetto a prima.
“Uno che fa la differenza non soltanto per quello strapotere fisico che ogni volta di più spinge a paragonarlo a un uragano, a un leone o a una gazzella: Osimhen segna e spacca le partite che contano. E quando non segna, fa segnare e costruisce al servizio della squadra“.
Lo ha fatto contro l’Empoli, ad esempio, con il rigore guadagnato in una partita complicata. Dopo l’infortunio con il Liverpool, Osimhen ha avuto un’escalation straordinaria, che lo ha portato a collezionare 7 gol in 7 partite tra campionato e Champions e a conquistare lo scettro di capocannoniere della Serie A. Ha spazzato via i dubbi di chi pensava che il suo ritorno dopo lo stop avrebbe creato problemi a Spalletti per la troppa abbondanza in attacco. Soprattutto, sta diventando un leader, anche grazie al lavoro fatto su di lui da Spalletti. Una caratteristica che si misura anche dal numero di cartellini presi in stagione, nettamente inferiori rispetto all’anno scorso. Un anno f ne aveva collezionati 3, quest’anno 1 soltanto.
“media spaventosa, colpi decisivi e soprattutto l’impressione di mettere sempre la squadra al centro dei suoi pensieri. Dei suoi movimenti. Del suo gioco. Spalletti ci ha lavorato tanto e continua a farlo, ma i risultati sono semplicemente eccezionali e la gestione del fuoco che gli brucia dentro è tutta in un dato: una sola ammonizione in 14 giornate contro le tre della stagione precedente e una in Champions per aver festeggiato sfilando via la maglia”.