Il Napoli sta dimostrando che il valore di una rosa non si misura nei titolari ma nell’equilibrio tra questi e le loro riserve
Un giorno qualcuno dovrà riconoscere a Spalletti la capacità di aggiornarsi, restare al passo coi tempi e a volte persino di anticiparli.
“La nona giornata conferma i sospetti: il Napoli è il miglior prodotto calcistico italiano. Atalanta e Udinese non sono affatto intruse al banchetto delle grandi”.
Lo scrive Claudio Savelli su Libero. Ed aggiunge:
“Queste tre ricordano che il concetto di “grandi” è sempre più relativo, se è vero che il calcio non si fa più con gli ingaggi e i super giocatori ma con le idee ei progetti. La Juventus che ha l’allenatore più pagato della serie A (Allegri, 7 milioni più bonus fino a 9) e il più corposo monte stipendi è infatti ottava e fuori dall’Europa. Ha già dieci punti di ritardo da una società che ha condotto un mercato in sostanziale equilibrio, ridotto gli ingaggi oltre il 15% e inserito giovani rivendibili in futuro, quindi valore potenziale per il club. Chi punta al risultato e crea i cosiddetti “team istantanei” fallisce. Mentre chi riesce a concedersi qualche stagione senza il pensiero del successo, alla fine, vince. Queste nuove realtà di vertice stanno derubricando le vecchie signore come la Juventus a società fuori dal tempo”.
I meriti di Luciano
Sul Napoli e Luciano Spalletti:
“Il Napoli infatti sta dimostrando anche che il valore di una rosa nel calcio d’oggi non si misura nei titolari ma nell’equilibrio tra questi e le loro riserve. Tre dei quattro gol segnati alla Cremonese, quelli che trasformano il pareggio nella vittoria della vetta solitaria, sono infatti firmati dai subentrati Simeone, Lozano, Olivera. Spalletti si dice «fortunato perché chi entra sfrutta le occasioni», ma non è fortuna. Le responsabilità che erano di pochi (Koulibaly, Insigne, Mertens) sono ora di tutti. Poi un giorno si dovrà dare a Luciano ciò che è suo, ovvero la capacità di aggiornarsi ed essere sempre al passo con i tempi, se non davanti”.