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La Stampa: il tweet di Casillas è l’ennesima prova che il calcio vive su un altro pianeta, Macholandia 

I calciatori non percepiscono ciò che esiste intorno a loro, la notorietà stellare fa perdere il senso della realtà. Siamo al rutto libero

La Stampa: il tweet di Casillas è l’ennesima prova che il calcio vive su un altro pianeta, Macholandia 
As Roma 23/08/2016 - Champions League / Roma-Porto / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Iker Casillas

La questione del tweet di Casillas è l’ennesima prova del fatto che il calcio vive su un altro pianeta: Macholandia. Lo scrive, su La Stampa, Giulia Zonca.

Ieri l’ex portiere del Real Madrid ha pubblicato un tweet sul suo account probabilmente stufo dei continui gossip sulla sua vita sentimentale. Ha scritto:

“Spero che mi si rispetti: sono gay. #HappySunday”.

Qualcuno lo ha inizialmente interpretato come un coming out, ma poi la realtà, ovvero l’ironia, è risultata evidente e allora su Casillas sono fioccati insulti di ogni tipo, tanto che alla fine ha cancellato il tweet e lo ha attribuito ad un hacker. Giulia Zonca scrive:

“La verità è difficile da acchiappare tra i pensieri virtuali, ma il fastidio resta. Evidente. Fisico. Abbastanza marcato da far scappare un quarto dei follower del portiere più titolato di Spagna in pochi minuti, da scatenare reazioni di ogni tipo e da far partire l’onda dell’indignata #buonamenica, #felizdomingo”.

Al tweet di Casillas, del resto, si era anche accodato Puyol, che pure è stato costretto a scusarsi. Proprio il suo commento ha fatto capire che non si trattava di presa di posizione coraggiosa ma di uno stupido scherzo.

“Non era una confessione, non era una spinta a una società meno giudicante, era uno scherzo distratto e l’ennesima prova che il calcio, almeno in larga parte, vive su un altro pianeta: macholandia”.

Ovviamente tra i più irritati c’è stato il calciatore australiano dell’Adelaide United, Josh Cavallo, che qualche mese fa è stato il primo giocatore in attività a dichiararsi omosessuale. Ha detto:

«Non è un viaggio semplice e vedere due leggende, due punti di riferimento, divertirsi così è indecente. Non avete rispetto».

Giulia Zonca continua:

“Basterebbe e non ce ne sarebbe neanche stato bisogno se i calciatori facessero un minimo di attenzione a quel che non li riguarda, eppure esiste tutto intorno a loro. Ormai non più percepito. Tifosi ignorati, esempi traditi, vizi sbandierati, capricci esibiti, soldi non certo ingiustificati, però senza apparente valore, tanto che i bilanci possono non tornare e i cartellini lievitare, i debiti crescere per poi ricomporsi in un fluttuante equilibrio. Oscillazioni fuori dai centri di gravità conosciuti e botte di notorietà stellari con evidente perdita di senso della realtà. Tipo vantarsi di andare da Nantes a Parigi in aereo quando c’è il Tgv, vedi alla voce Paris Saint Germain”.

E ancora:

“Qui però siamo alla stessa scassata urgenza e senza più sentimento a motivarla. Il messaggio esce per contrasto e nulla di quello che scatena, passato al megafono della popolarità, viene considerato, pesato, trattenuto. Rutto libero. Hackerato, si intende”.

 

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