“È il vincitore più anziano dai tempi dell’inglese Stanley Matthews, lo hanno sempre considerato solo il portatore d’acqua di Ronaldo”
Oggi è il giorno in cui tutti i giornali sportivi d’Europa, spagnoli e francesi su tutti, possono pubblicare i pezzi su Benzema migliore calciatore del pianeta. Perché ha finalmente vinto il Pallone d’Oro. Giusto con una quindicina di anni di ritardo, scrive Santiago Segurola su El Paìs, che fra i tanti è il più centrato:
“Pochi o nessuno criticheranno la decisione”. “La sua importanza per il gioco trascende i numeri”. Ma Segurola sottolinea la questione anagrafica: “Dal 2016 ogni edizione del Pallone d’Oro ha scelto un vincitore di età superiore ai 30 anni, sequenza che Benzema ha appena completato a pieni voti. È il vincitore più anziano dai tempi dell’inglese Stanley Matthews, Pallone d’Oro nel 1956, prima edizione del trofeo assegnato dalla rivista France Football”.
“Benzema è un caso di notevole longevità in un momento in cui i giocatori facilmente svoltano l’angolo dei 30 anni. Modric, Lewandowski e Kroos sono altri esempi evidenti. Nel caso di Benzema è più significativa la resistenza a dargli il merito che indubbiamente meritava. Nel 2021 ha raggiunto il quarto posto nella votazione, ma fino ad allora non era mai stato tra i primi 15, il che rende più prezioso il primato che ha ottenuto in questa stagione o conferma la discutibile dimenticanza precedente”.
Ma soprattutto:
“Per nove anni, Benzema è stato visto come il poetico portatore d’acqua di Cristiano Ronaldo in un curioso capovolgimento di ruoli. Il centravanti nominale (Benzema) è stato il complemento perfetto del centravanti di fatto (Cristiano), un marcatore implacabile che non ha lasciato un osso. Insieme a un attaccante con queste caratteristiche, di una proporzione raramente vista nella storia del calcio, Benzema ha aggiunto un conteggio dei gol più che corretto, superiore a 0,4 a partita, e un senso strategico brillante come lo è ora. La genialità di Cristiano celava a Benzema, ma il suo gioco irradiava un’intelligenza apprezzata da un settore del Real Madrid, non il più grande, e respinto dai più, non solo sugli spalti. Quando Mourinho lo ha definito un gatto che non cattura i topi, ha costruito su di lui un’etichetta devastante. Il recupero da quella croce gli ha richiesto quasi 10 anni”.
“Benzema ha salvato Madrid dai rigori del post-cristianesimo, un periodo che si presumeva fosse infernale come il post-messianismo al Barça”.