All’ottimo lavoro del diesse Giuntoli si è aggiunto quello di Spalletti, che ha formato un gruppo forte allenando prima menti e anime e poi tattica e tecnica
“Il Napoli di Spalletti non è un miracolo: è un progetto di calcio e di uomini”. Lo scrive Fabio Mandarini sul Corriere dello Sport. Un progetto costruito in estate, grazie all’ottimo lavoro del direttore sportivo, Cristiano Giuntoli e dell’allenatore, Luciano Spalletti, che ha assemblato alla perfezione i nuovi innesti arrivati con il mercato estivo. Perché sul gruppo Napoli la mano di Spalletti è evidente.
“Sono evidenti la mano, il cuore e l’anima del signor Luciano. Tattica e tecnica, certo, ma anche personalità, sacrificio, professionalità e partecipazione da moschettieri. E poi entusiasmo, rispetto e una sete di vittorie che sembra implacabile”.
Spalletti “ha seminato, piantato e annaffiato: la cultura contadina esibita con fierezza più il talento. Il suo e quello dei giocatori”.
Il primo posto in campionato, quello alla testa del girone di Champions, i gol, i 16 marcatori, non sono un caso. Sono il frutto di un lavoro di scouting che si deve all’abilità del direttore sportivo del club, Cristiano Giuntoli, ma anche di quello dell’allenatore, che ha costruito un vero gruppo, affiatato e coeso, prima ancora di allenare i suoi giocatori alla sua tattica e alla tecnica che hanno portato ai risultati del Napoli di questi giorni.
“Non è un caso. No: ciò che è accaduto negli ultimi 53 giorni di calcio puro non è casualità. Il ds Giuntoli ha costruito un gruppo davvero forte e completo in tutti i reparti, con punte di genialità nelle scelte di Kvara e Kim, ma Spalletti ha fatto il resto. Partendo da un presupposto: ha prima allenato menti e anime e poi tattica e tecnica”.
Il Napoli “è una squadra ricchissima di talento, soluzioni, maturità e magari anche un paio di fenomeni, ma soprattutto è un gruppo di uomini”.
“Dicevamo, non è un miracolo: è un bellissimo progetto di calcio”.