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Pessina: «Una mattina Galliani mi telefonò per dirmi che il Monza era in A e poi mise giù»

Alla Gazzetta racconta il suo ritorno al Monza: «La fascia da capitano pesa, ma non la sento pesante. La mia fascia è la maglia del Monza».

Pessina: «Una mattina Galliani mi telefonò per dirmi che il Monza era in A e poi mise giù»
Mg Bellinzona (Svizzera) 10/07/2022 - amichevole / Bellinzona-Monza / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Matteo Pessina

La Gazzetta dello Sport intervista Matteo Pessina. Cresciuto nel Monza, nel 2015 è stato acquistato dal Milan e poi girato in prestito a Lecce, Catania e Como. Nel 2017 è stato ceduto all’Atalanta: prestito allo Spezia, ritorno a Bergamo, un anno a Verona, due alla Dea e da quest’estate il Monza.

Quanto ci ha dovuto pensare?

«Il presidente Berlusconi e il dottor Galliani ci mettono poco a convincerti. Chiunque, figuriamoci me: qui ci sono nato e cresciuto».

Come l’hanno convinta?

«Primo giugno, la mattina di Italia-Argentina, hotel della Nazionale a due passi da Wembley. Mi squilla il telefono: il dottor Galliani. “Guarda, Matteo, solo per avvisarti che il Monza è salito in A”. E ha messo giù. Poi la trattativa si è aperta a inizio luglio e si è risolta in pochi giorni».

E Berlusconi?

«Mi ha parlato di squadra giovane, con tanti italiani, di territorio, dell’esempio dell’Athletic Bilbao. C’era qualcosa di Pessina in tutte queste cose, credo».

Quanto fatica ad accettare il momento del Monza?

«Un po’ di preoccupazione, quella giusta, c’è. Ma non è facile formare una squadra con 16 giocatori nuovi in due mesi e farla giocare subito bene. E l’impostazione tecnica e tattica si vede già».

Troppi da inserire 16 giocatori nuovi?

«Non sono troppi, ma è complicato arrivando tutti da squadre diverse, con filosofie diverse da quelle del mister. Serve uno spirito comune da seguire e un’impostazione chiara come quella che sta dando Stroppa».

Quanto pesa quella fascia da capitano?

«Pesa, ma non la sento pesante. La mia fascia è la maglia del Monza: il simbolo del capitano ce lo metto semplicemente sopra».

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